Camorra: 33 arresti clan Contini, “sinergie” con ‘ndrina Siderno

Carabinieri-controllo-notteNapoli – La droga come business da potenziare, anche perche’ c’e’ la crisi e le estorsioni fruttano poco, magari cercando canali diversi da quelli gia’ sfuttati, in modo da importare piu’ stupefacenti e a prezzi ancora migliori. Fra le alleanze possibili per il clan Contini, quella con una ‘ndrina calabrese, i potenti Commisso di Siderno. E’ uno degli spaccati che emergono dall’inchiesta dei carabinieri di Napoli che ha portato all’emissione di 33 misure cautelari (16 riguardano persone gia’ detenute), firmate dal gip Roberto D’Auria, per associazione transnazionale finalizzata al traffico di droga con l’aggravante della finalita’ mafiosa. Sono 45 gli indagati in una inchiesta partita nel 2011 sulle modalita’ di approvvigionamento delle piazze di spaccio a Napoli della cosca, tra Arenaccia, Vasto, Ponti Rossi, San Giovannello. Tutto fa capo ad Antonio Aieta, 53 anni, reggente anche del clan e detenuto, con Ettore Bosti, 37enne figlio del boss omonimo, a capo del sottogruppo che si occupa del canale tra Italia, Spagna e Colombia, e Vincenzo Tolomelli, 59 anni, che gestisce un secondo sottogruppo.

Le modalita’ dell’affare droga sono quelle tipiche delle ‘famiglie’ campane: la cassa comune per l’acquisto delle partite di stupefacenti direttamente dai cartelli produttori attraverso il sistema delle ‘puntate’ (ogni gruppo investe una cifra consistente per fare provvista e pagare di meno). Ma e’ un imprenditore legato ai Contini a doppio filo, Felice Barra, detto ‘o cecato, a pensare alla sinergia con la ‘ndrangheta. Barra, il cui nome compare in indagini di camorra sui Contini e all’Alleanza di Secondigliano fin dal 2005, ha un ruolo di primo piano nella cosca napoletana, tanto che al matrimonio della figlia di Aieta siede al tavolo dei genitori della sposa. Un deposito a Casoria, ad esempio, lo ha messo a disposizione del boss per nascondere un mezzo pesante carico di droga. Del resto, come racconta lui stesso a Francesco Cesarano, figlio secondogenito del boss Ferdinando, nella sua Lancia Y in cui c’e’ una microspia il 28 marzo 2014, “stiamo camminando da 30 anni sempre e solo per loro” (il riferimento e’ ad Aieta e altri elementi di vertice di cosche, ndr.) e “dopo 20 anni purtroppo si sono dovuti adeguare pure loro, hanno dovuto pure loro mettere la roba (la droga, ndr.) in mezzo perche’ le estorsioni a chi le vai a fare” data la crisi che attanaglia commercio e imprenditoria. Barra pero’, che e’ nel settore florovivaistico con la BarraFlor srl, una soluzione la intravede nei suoi rapporti in Olanda con Vincenzo Crupi e il fratello, legati ai Commisso che in Olanda hanno diverse societa’ di commercio all’ingrosso di fiori. I Commisso, detti quagghia, ben inseriti anche in Canada e Australia, possono aprire ai Contini un altro canale di approvviggionamento. Una proposta che ad Aieta piace, tanto che in una conversazione del 4 luglio 2014 con un altro dei 45 indagati di questa inchiesta spiega che ‘o cecato gli ha detto che in Olanda “ci sono certi calabresi che hanno un ingrosso di fiori…il calabrese sai chi e’? E’ il fratello di quello che hanno arrestato, Pablo Escobar”. Il 15 novembre 2013 gli investigatori documentano l’incontro tra Aieta e Vincenzo Crupi in un caseificio. I rapporti diventano stretti al punto che e’ Barra a pagare per conto dei Crupi il conto del dentista di uno dei Commisso detenuto poche settimane dopo.