Catanzaro – Riceviamo e pubblichiamo una dichiarazione del capogruppo Pd al Comune di Catanzaro Lorenzo Costa in merito al decreto Sscura sulla sanità: “Il decreto n. 30 emanato dal Commissario Scura e dal suo vice Urbani ha aperto una vasta e non sempre argomentata discussione su uno degli aspetti più delicati del sistema sanitario calabrese e cioè il riordino della rete ospedaliera pubblica e privata, anche alla luce del DM 70 del 2015, che individua i nuovi standard ospedalieri.
Non c’è dubbio che si tratta di uno degli adempimenti più attesi e importanti per dare certezza ed efficienza ad un comparto che impegna circa il 60% delle risorse finanziarie del bilancio regionale e riguarda il diritto costituzionale alla salute dei cittadini.
Per cui se da una parte è giustificato il generale interesse della politica e delle parti sociali sui contenuti e sulle modalità di elaborazione e approvazione del DCA, dall’altra non appaiono per nulla coerenti gli obiettivi perseguiti dall’Ufficio del Commissario per il Piano di Rientro dal debito sanitario se non con una discutibile operazione di carattere meramente finanziario. E se dovesse essere portato avanti caparbiamente questo decreto i cittadini calabresi si vedrebbero condannati inesorabilmente alle lunghe liste d’attesa e ai gravosi viaggi della speranza che incrementano sempre di più il costo della mobilità passiva, che nel 2015 ha sfiorato i 290 milioni di euro.
Il DCA muove, tra l’altro, da un dato sul fabbisogno epidemiologico assolutamente non aggiornato, dal momento che si riferisce ad elementi che risalgono al 2012 e, si sa, quanto sia importante in questo campo conoscere per amministrare con efficacia. Così come è evidente che la programmazione contenuta nel DCA non tiene in grande conto le notevoli diversità del territorio calabrese, specie dal punto di vista orografico.
Per quanto riguarda in particolare la situazione nella provincia di competenza dell’ASP di Catanzaro, in cui, va ricordato insiste l’unica Facoltà di Medicina della Calabria, il DCA affronta il grande tema dell’unificazione tra Ospedale Pugliese e l’Azienda Universitaria Materdomini, mentre rimane ancora aperta la vicenda del nuovo Ospedale di Catanzaro, ma dai dati che emergono, appare non già una fusione tra due soggetti paritariamente considerati, ma piuttosto una sorta di incorporazione da parte dell’Università dell’Azienda Pugliese- Ciaccio destinata a scomparire sotto l’insegna della nuova Azienda Renato Dulbecco.
In questa ottica non si spiega, per esempio, il passaggio delle strutture del Dipartimento materno-infantile del Pugliese, che viene depauperato delle funzioni ospedaliere, al Materdomini o il mantenimento di due strutture complesse di gastroenterologia al Materdomini e l’ulteriore mantenimento di doppioni di strutture complesse a direzione universitaria.
Il progetto di trasferimento a Germaneto del dipartimento materno infantile e di parte del dipartimento di neuroscienze senza la previsione di un pronto soccorso a Germaneto, sono insensatezze di una pericolosità inimmaginabile per i possibili eventi avversi. Infatti i pazienti continuerebbero ad afferire al pronto soccorso del Pugliese con una struttura depotenziata e poi dovrebbero essere trasferiti a Germaneto, con un assurdo andirivieni tra il Pugliese e Germaneto sulla pelle dei pazienti.
Senza il Dipartimento materno infantile (pediatria,neonatologia, chirurgia pediatrica, ostetricia e ginecologia) e senza una unità operativa di neurologia l’esistenza stessa del Pugliese non avrebbe più senso. Ma c’è di più, i calcoli ragionieristici dell’ing. Scura portano ad una drastica soppressione di unità operative del Pugliese-Ciaccio. Nel documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete di emergenza -urgenza e delle reti tempo-dipendenti verranno di colpo cancellate le unità di Cardiologia, Chirurgia Genrale, Chirurgia Vascolare, Gastroenterologia, Malattie endocrine del ricambio e della nutrizione, Nefrologia, Neurochirurgia, Oncologia, Ortopedia e traumatologia, Terapia Intensiva, Medicina Nucleare.
Come si vede siamo di fronte al progetto di eliminazione sommaria della sanità ospedaliera di Catanzaro e tutto questo ha giustamente procurato allarme negli operatori, nelle forze politiche e sociali. Occorre a questo punto una presa di coscienza da parte anche delle istituzioni e preoccupa non poco il silenzio del Comune di Catanzaro, che ha pieno titolo per far sentire la sua voce ed impedire che questo assurdo disegno, che tra l’altro, incide negativamente anche sull’assetto organizzativo e sulla autonomia programmatoria delle stesse ASP, vada portato alle sue estreme e nefaste conseguenze, come logica conclusione di una miope gestione della sanità da parte dei Commissari che, oramai, dovrebbero prendere atto di quanto sia stata fallimentare questa esperienza per i cittadini calabresi e trarre le opportune determinazioni”.
Lorenzo Costa
Capogruppo PD comune di Catanzaro