Sanita: Maida (Cpor), a Soveria telemedicina KO

telemedicina-soveriaSoveria Mannelli – “Mentre in ogni angolo della regione si combatte contro il Decreto n. 30, del Commissario ad Acta, Massimo Scura, dove la portata del dissenso ha una connotazione epocale per questa regione, il sistema sanitario, rivisto ad pejum, langue nei convincimenti amministrativi commissariali, pregiudicando i servizi e mettendo a serio rischio la vita dei cittadini. L’ospedale di Soveria orfano del radiologo, dovrebbe con la telemedicina ovviare all’assenza dello specialista, un espediente declamato nel decreto 9 e nel suo conseguenziale 30, come soluzione possibile”. Lo si legga in una diffusa da Antonio Maida, presidente del Comitato pro Ospedale del Reventino, il quale ricorda che “due mesi fa abbiamo evidenziato le pesanti lacune di questa tecnologia abbattutesi allora su un ragazzo che si era recato al Pronto Soccorso, dipingendo la situazione in modo paradossale, fummo attaccati a testa bassa da tutti”. Oggi, scrive Maida, “si ripete la cosa, ciclicamente, succederà ancora. Per tre/quattro in questo metà marzo, l’ospedale è stato isolato come se fosse in Libano, nessuna connessione con la telemedicina, quindi nessun consulto radiologico per chi arrivava al pronto soccorso; nessuna connessione telematica, quindi impossibile effettuare anche una semplice prenotazione; nessuna linea – aggiunge – preferenziale telefonica con il 118, nel caso di emergenza si doveva contattare con il cellulare qualche operatore. Non succede – prosegue – di rado quanto qui detto, ma spesso e malvolentieri. E quando funziona la telemedicina, il consulto a detta degli operatori qualche volta arriva anche dopo ore. Il caso è grave, qui si dovrebbe fare come i medici di Vibo, recarsi dal Prefetto e spiegare come la situazione si evolve”. E Maida “torniamo ai paradossi che spesso ci costa evidenziare”, evidenzia nella sua nota che “se non erriamo giovedì scorso una novantenne è stata portata al pronto soccorso per una frattura alla testa conseguenza di una caduta; fatta la TAC non è potuta essere inviata perché la telemedicina non funzionava, quindi necessitando di un consulto neurologico, la signora e l’esito della TAC vengono recate in ambulanza a Lamezia, qui si constata dopo diagnosi che si necessita di un’ulteriore consulenza neurochirurgica e non essendo questa specialistica a Lamezia, la novantenne e consulto della TAC, vengono caricate in ambulanza alla volta di Catanzaro, qui arrivati la signora dopo i primi accertamenti incomincia (anche data l’età) a mostrare un certo nervosismo, pretendendo di essere accompagnata a casa, e lo si può anche comprendere, poiché il suo tour è durato più di quattro ore”. Maida chiede a Scura “se questa è la sua idea di risanamento del sistema sanitario, perchè di ciò, noi interesseremo le autorità competenti. Non si accomodi sull’idea che lo vuole “unico” dispensatore di chissà quale illuminata competenza accademica, poiché autorevoli professori in materia, spesso sono in disaccordo con lui, per citarne qualcuno, Ettore Jorio e Gianluigi Scaffidi”.