Sanita’: Castrovillari; Fi, centro trasfuzionale rischia chiusura

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Castrovillari (Cosenza) – “Fermo restando che la sanita’ non ha colore politico, non comprendiamo le risposte livorose del sindaco Lo Polito alle forze politiche che hanno avuto solo la sensibilita’ di tutelare e salvaguardare Castrovillari ed il Pollino dagli scippi che si stanno perpetuando”. Lo afferma, in una nota, il coordinatore cittadino di Fi, Roberto Senise, secondo il quale “in riferimento al centro trasfusionale di Castrovillari, Lo Polito deve studiare bene le carte prima di tranquillizzare i cittadini che a suo dire non sarebbe stato chiuso. E’ grave che un sindaco in maniera del tutto approssimativa si lancia in dichiarazioni non veritiere. I centri trasfusionali nella provincia di Cosenza sono previsti nell’ospedale di 1* livello di Cetraro-Paola e di Rossano-Corigliano, mentre Castrovillari – dice – rimane escluso da assurde ed irragionevoli decisione del Commissario Scura venuto in Calabria per attuare il decreto 70/2015 che lui stesso disconosce e che fa riferimento ai bacini d’utenza di cui il Pollino ricade tra 150.000-300.000 abitanti e che pertanto, prevede tutte le specialita’ compreso il centro trasfusionale, escludendo ovviamente le alte specialita’ che devono essere allocate negli ospedali di 2* liv ello, quindi oltre 600.000 abitanti. Chiediamo chi sono stati i consulenti del commissario Scura relativamente a questa problematica, sapendo che il direttore del Centro Regionale Sangue non e’ un medico trasfusionista quindi non competente in materia. La scelta illogica ed irrazionale del Decreto n. 30 del commissario Scura, si accentua ancora di piu’ se si considera che viene messo fortemente a rischio il percorso nascita ed il percorso traumatologico del nostro ospedale, anche in considerazione di scelte imposte dalla Regione che prevede il trasporto del politraumatizzato senza patologie neurochirurgiche all’ospedale di Castrovillari. La mobilitazione diventa necessaria – continua – se non si vogliono perdere altri servizi per il mancato turnover del personale nell’Asp, anche in considerazione del fatto che a breve andranno in pensione medici dell’u.o. di chirurgia e si rischia la stessa fine dell’ortopedia”.