Sanità: protesta precari su tetto sede azienda ospedaliera Cosenza

Cosenza  – Hanno eluso la sorveglianza e sono riusciti a raggiungere il tetto della sede dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. Si tratta di un nutrito gruppo dei circa 80 operatori socio sanitari precari che lavorano all’ospedale di Cosenza. La convenzione che li riguarda è scaduta a luglio e hanno ricevuto la lettera di licenziamento. Saverio Cotticelli, Commissario alla sanità calabrese, ha concesso una proroga fino al 30 settembre, ma ci sarebbe l’intenzione, da parte dell’Azienda ospedaliera, di internalizzare i servizi finora appaltati all’esterno. E questo attingendo ad una graduatoria che comprende anche personale di altre province calabresi. Ma gli OSS lamentano che già nel 2018 hanno partecipato loro stessi ad un concorso, di cui non si è tenuto conto a seguito del nuovo commissariamento della sanità. Con l’internalizzazione dei servizi molti di loro resterebbero senza lavoro.

 

Protesta ad oltranza per i lavoratori OSS precari che stamattina hanno occupato il tetto della sede dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. I lavoratori hanno avuto un incontro con il nuovo manager dell’Azienda ospedaliera, Giuseppina Panizzoli. Ma non sarebbe stata individuata una soluzione a breve termine. La loro convenzione scade il 30 settembre e l’Azienda dovrebbe poi procedere all’internalizzazione dei servizi, acquisendo il personale da una graduatoria che non comprende gli 82 lavoratori precari cosentini. Da qui la protesta. Sulla questione interviene, con una nota, anche il vice presidente del Consiglio regionale, Pino Gentile, che scrive che “è necessario trovare una soluzione che salvaguardi l’occupazione degli operatori socio-sanitari che da circa 25 anni prestano servizio nell’ospedale civile di Cosenza, contribuendo a garantire il quotidiano espletamento delle attività sanitarie e sopperendo, di fatto, alle carenze di organico causate dal blocco del turnover”, chiedendo che della questione sia investito anche il neo ministro alla Sanità, Roberto Speranza.