Unical: “Centodieci e lode”, in 60 a giudizio; un patteggiamento

unicalCatanzanzaro – Si e’ conclusa con 60 persone rinviate a giudizio e un patteggiamento, oggi a Catanzaro, l’udienza preliminare a carico delle 61 persone coinvolte nell’inchiesta denominata “Centodieci e lode”, sulla presunta falsificazione di esami che sarebbe avvenuta presso la facolta’ di Lettere e Filosofia dell’Universita’ della Calabria, a Cosenza. Il gup, Ilaria Tarantino, ha accolto in pieno la richiesta avanzata dal sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza titolare delle indagini, Antonello Tridico, ed ha mandato al processo, che avra’ inizio il 14 luglio davanti al tribunale collegiale di Cosenza, tutti gli imputati – tra cui figurano studenti e personale di segreteria accusati di reati che a vario titolo sono il falso e l’introduzione abusiva nel sistema informatico dell’Ateneo – tranne il solo Francesco Cozzolino, che ha chiesto l’applicazione della pena quantificata in un anno e 4 mesi di reclusione. L’inchiesta “Centodieci e lode” e’ partita a seguito di una denuncia del preside della facolta’ di Lettere e Filosofia dell’Unical, Raffaele Perrelli, che nel corso di una seduta di laurea non riconobbe come sua la firma apposta su uno degli statini inseriti nel fascicolo di uno studente. Le successive e complesse investigazioni, che hanno richiesto anche numerose consulenze grafologiche, avrebbero poi svelato un presunto collaudato sistema utilizzato per favorire l’iter accademico di alcuni studenti. Ben 72 le lauree che, secondo le accuse, sarebbero state ottenute grazie a “falsi esami”, e che quindi l’Unical decise di annullare. Erano 75, invece, gli iniziali indagati che, dopo l’avviso di conclusione indagini si sono ridotte a 61 poiche’ l’Ufficio di procura ha chiesto l’archiviazione per 14 persone. Rispetto al procedimento, in seguito, tanto il gup di Cosenza che il gup di Catanzaro si dichiararono incompetenti, il primo evidenzio’ la propria carenza di competenza “per materia” a trattare i reati informatici che spetta al giudice distrettuale – cioe’ all’Ufficio catanzarese -, mentre il giudice del capoluogo calabrese dichiaro’ la propria incompetenza, in questo caso “per territorio”, a occuparsi del caso. Sul conflitto negativo si e’ infine pronunciata la cassazione attribuendo la competenza a Catanzaro, dove oggi l’udienza preliminare si e’ conclusa con un decreto di rinvio a giudizio praticamente per tutti.