8 marzo: donne manager, Calabria in coda

Managers Panel

Roma, 8 mar. – Nonostante la crisi, le donne occupate aumentano (+6,2% negli ultimi 10 anni, -3,9% per gli uomini) cosi’ come quelle nelle posizioni di vertice. Nel settore privato oggi il 15,1% dei dirigenti e il 28,4% dei quadri e’ donna. Siamo ancora lontani dall’Europa (25% le dirigenti nel privato), ma sicuramente in recupero. Curioso poi che le donne siano negli ultimi anni il 44% dei cervelli in fuga. Questo emerge dal Rapporto Donne 2015 di Manageritalia, sviluppato in collaborazione con AstraRicerche e JobPricing, che propone anche l’esclusiva classifica delle donne manager sul territorio nazionale. A livello regionale – a parte alcune realta’, soprattutto del Sud, non significative per il limitatissimo numero di dirigenti – le dirigenti sono percentualmente piu’ presenti in Lazio (19,7%) e Lombardia (17,1%). Idem per i quadri, dove spiccano il 32,3%, del Lazio, seguito da Sardegna (31,6%), Valle d’Aosta (30,7%) e Lombardia (30%). A livello provinciale – a parte le realta’ anche qui poco significative (Catanzaro per esempio e’ prima con 62 donne dirigenti, il 36,9% del totale) – le dirigenti sono percentualmente piu’ presenti a Pavia (250, 28,6%), Roma 9a (3.368, 20,1%) e Milano 13a (6.439, 17,9%). Nel caso dei quadri spicca al primo posto Asti (369 donne quadro, 37,7% del totale), seguita, saltando i casi che non fanno testo, da Roma 9a (18.666, 32,8%) e Milano 17a (33.788, 31,6%). In termini assoluti, le donne dirigenti sono di piu’ a livello regionale in Lombardia (8.060, 47% del totale nazionale) e provinciale a Milano (6.439, 37,6%). Idem per i quadri: Lombardia 42.606, 35,2%) e Milano (33.788, 27,9%). Il settore economico piu’ rosa e’ nel privato Sanita’ e assistenza sociale (42,2% donne dirigenti e 50,8% quadro), ultimo Costruzioni (7,8% donne dirigenti e 14,9% quadro). A livello di ruolo in aumento le donne che operano nel general management (25,9% dirigenti e 13,7% quadri). Anche il divario retributivo si va assottigliando. A livello generale la retribuzione annua lorda media delle donne (27.890 euro) e’ inferiore del 6,7% a quella degli uomini (29.891 euro). Mentre a livello di inquadramento il gap retributivo, sempre sfavorevole alle donne, e’ minore tra i quadri (-4,9%), e a seguire vengono operai (-6,6%), dirigenti (-7,8%) e impiegati (-9,6%). “La parita’ – dice Marisa Montegiove, coordinatrice Gruppo Donne Manager Manageritalia ai vertici delle aziende e organizzazioni in generale, nel mondo del lavoro e nella societa’, non e’ piu’ una necessita’ delle donne, ma lo e’ anche degli uomini e di tutta la societa’. Lo e’ per la competitivita’ del sistema. Certo, una parita’ che deve far rima con merito, non con quote o altro. Solo se vinceremo tutti questa lotta per cambiare il mondo del lavoro, perche’ vada verso maggiore produttivita’ e benessere di aziende e persone e di tutto il sistema, raggiungeremo la vera parita’, non tra uomo e donna, ma nei confronti delle economie piu’ competitive. Infatti, il lavoro che serve oggi per stare ai vertici dell’economia mondiale e’ profondamente cambiato, e va verso alcuni capisaldi che sino ad oggi sembravano un’esigenza solo femminile. Non e’ quindi un caso, ne’ una regalia, che le donne ai vertici aumentino, ma questo spazio alla possibilita’ di esprimersi al meglio deve diventare prassi e toccare tutti per sesso, anagrafe, nazionalita’ e cultura. Serve, quindi, fare molto di piu’ per competere e crescere davvero in tutti i sensi”.