Turismo: Caminiti(Federalberghi Calabria), no a tassa soggiorno

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Reggio Calabria- Tassa di soggiorno, arriva il no della Federalberghi Calabria che, attraverso il presidente Vittorio Caminiti, esprime pieno dissenso nei confronti della iniziativa dell’amministrazione comunale tanto nel merito quanto nella forma, “Reggio Calabria ha il primato di essere la città più tartassata – spiega Caminiti – con il 74,9% di pressione fiscale su chi opera onestamente, una tassa in più non ci sta bene. Non è accettabile, poi – aggiunge il presidente dell’associazione di categoria – la scelta di non aprire alcun tipo di confronto nel merito della tassa di soggiorno”.
Gli operatori sono nettamente contrari ad ogni tipo di introduzione di nuove tasse, al di là del merito: “anzi – incalza Caminiti – abbiamo avuto un’impressione strana, ovvero che la “polpetta” fosse già preparata da tempo, doveva essere solo somministrata. E quando somministrarla, solo quando gli operatori sono presi dal quel po’ di lavoro in più, dovuto all’effetto vacanze di agosto!”.
E nei confronti del metodo seguito dall’amministrazione guidata da Giuseppe Falcomatà, Caminiti esprime delle critiche perché spiega “non ci hanno consentito di partecipare all’elaborazione della ricetta, ma abbiamo preso conoscenza di dover ingerire la “pillola” avvelenata, solo dopo. Una polpetta, quindi, che rimane difficile da ingoiare e che vorremmo rimandare indietro al produttore”.
Per il titolare della Federalberghi Calabria, la vera battaglia per reperire risorse per le casse comunali deve essere quella contro l’abusivismo: solo Reggio Calabria, da quanto riporto l’osservatorio Turistico Regionale registra il più alto numero di pernottamenti abusivi circa 45.797.378, il 20,1% dell’abusivismo regionale con un mancato introito. Se si facesse pagare un euro a pernottamento come tassa di soggiorno, entrerebbero nelle casse del comune € 45.000.000,00, oltre le tasse dell’acqua, della spazzatura, che naturalmente l’abusivo non paga, ecc. ecc”.
“È necessario un lavoro di repressione dell’abusivismo turistico – attacca Caminiti –. Case, ville, camere locate in nero, o comunque senza alcuna comunicazione agli enti competenti. È un fenomeno che sfugge totalmente alla registrazione delle presenze e quindi sfuggirà all’imposta”.
Bisogna dire, in merito alla tassa di soggiorno: “Certo, chi vuole essere assessore, nel suo ruolo e con i poteri amministrativi che ha, può fare ciò che vuole, ma da questo episodio stiamo traendo, purtroppo, amarezze e considerazioni che ci fanno dire che ora non sarà più come prima. Chi decide di infliggere questa ennesima coltellata agli imprenditori alberghieri e al turismo, deve sapere che ha e avrà la responsabilità politica di aver prima, sostenuto una posizione (da candidato) e poi, ad incarico avuto, di averla completamente disattesa “.
“Tutto ciò ci fa rimpiangere i bei tempi – rincara la dose il presidente di Federalberghi – quando all’epoca del sindaco Italo Falcomatà, si concertava tutto e si condividevano le azioni. Il compianto sindaco fu colui che fece muovere i primi passi verso il turismo a questa città, in un’ottica di qualità”.
“A quell’epoca – ricorda sempre Caminiti – poiché partecipe al processo di rinnovamento, nella qualità di commissario dell’Azienda di Promozione Turistica della provincia di Reggio Calabria, il sindaco Italo Falcomatà, si è fatto trovare sempre al fianco degli albergatori e degli operatori turistici. L’allora sindaco, insieme all’assessore al Turismo Gimo Polimeni e la dirigente dott.ssa Elisa Mazzei, tutti insieme fecero un’azione politica seria ed efficace, producendo un aumento delle presenze del 6%, cosa mai registrata in tutta la Calabria fino allora. Grazie alla collaborazione e allo spirito di condivisione, per la prima volta era stato smontato il regime di monopolio, dove solo un hotel poteva lavorare con l’amministrazione comunale, il resto no!”.
“Si mise anche fine a quei contributi offerti alle compagnie, a titolo di rimborso spese per il soggiorno – spiega Caminiti – soldi che poi in verità non venivano spesi mai per il fine previsto, poiché gli artisti,dopo lo spettacolo andavano via, senza usufruire dei servizi alberghieri. Infatti il Comune, per la prima volta, concordò di mettere a bando l’offerta dei servizi alberghieri e pagare direttamente gli operatori”.
“Ma come si può, in una città che risulta la più “tartassata d’Italia”, con l‘impresa alberghiera, con il più basso profitto a livello Italiano, e la più bassa occupazione camere, aggiungere ancora un balzello! Questo comportamento – afferma il presidente di Federalberghi – ci ha profondamente deluso, non è cosi che si vuole bene ad una città, ed ai propri operatori, i quali soffrono di una crisi causata da una politica allo sbando, e da politici che hanno distrutto ogni possibilità di fare turismo in città” .

“Per ora, rimane il nostro netto “no” alla tassa di soggiorno ma, sempre con decisione, continueremo nella nostra azione di contrasto e di convincimento nei confronti della Giunta Comunale e del Sindaco, affinché comprendano che hanno intrapreso una strada diabolica. Sicuramente di positivo in questa vicenda vi è che i due sindacati degli albergatori, insieme a noi anche Confesercenti con il presidente Antonino Marcianò, hanno sposato insieme e costituito un fronte comune; tale nota dovrebbe far riflettere ulteriormente il Sindaco sull’intera questione, poiché si dimostra che non si tratta di una piccola parte della città, ma di un’intera categoria, che chiede soluzioni alternative alla tassa”
Ancora una riflessione da parte dell’associazione degli albergatori: “Poi, non vogliamo ripetere la litania e il lamento della tassazione locale e nazionale. Purtroppo è sotto gli occhi di tutti l’aumento della pressione fiscale di questi ultimi anni, soprattutto nella tassazione comunale. Da ultimo, ora non è il momento di fare troppe analisi sulle presenze poiché siamo anche in assenza di dati turistici ma il sentimento che emerge dai continui colloqui con i colleghi albergatori, fa emergere un’estate in corso alquanto difficile. A fine stagione, al di la delle manifestazioni di successi di presenze, che non trovano riscontro tra gli addetti ai lavori, faremo il punto della situazione con le imprese per proporre una serie di azioni e di interventi utili alla città e alla sua economia turistica”.“
“Quindi, a questo punto, serve una netta posizione nei confronti dello Stato che ci sta mettendo in ginocchio. Ma la soluzione non può essere quella di applicare l’ennesima tassa. Se passasse l’imposta i nostri venditori ci considererebbero poco affidabili: nessuno mai potrebbe credere che un’amministrazione di una città turistica decida di mettere una tassa dall’oggi al domani in piena estate. Si sentirebbero truffati e presi in giro. Pertanto – questo l’appello di Vittorio Caminiti – cari consiglieri, un’altra strada è possibile, impegniamoci tutti assieme a trovarla, nei prossimi giorni adoperiamo le migliori energie, studiamo la via migliore per uscirne. Dobbiamo farlo tutti assieme, nell’interesse reciproco: Reggio Calabria, come diceva il compianto Italo Falcomatà, ha ancora un grande futuro davanti, ma questo futuro, da più di dieci anni sembra sempre di più allontanarsi”.