Lavoro nero: studio, in Calabria sottrae al fisco 2 mld ogni anno

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Catanzaro – Le aziende irregolari, ogni anno, sottraggono al fisco ed agli Enti previdenziali circa 254 miliardi e 96 milioni di euro di imponibile, con una perdita di gettito di circa 100 miliardi, 2 miliardi dei quali solo in Calabria, pari al 15% delle entrate fiscali dell’anno. I lavoratori in nero o irregolari, in Italia, sono un esercito formato da quasi tre milioni di persone che contribuiscono a sottrarre al Fisco ed agli Enti previdenziali quasi 50 miliardi di euro l’anno. In Calabria, al 31 dicembre 2014, le unita’ irregolari risultano essere circa 140.000, con un valore percentuale dell’irregolarita’ di poco superiore al 20% ed una incidenza di risorse economiche sottratte a vario titolo all’erario regionale, pari a 2 miliardi di euro l’anno. Sono dati diffusi dalla commissione regionale per l’emersione del lavoro non regolare della quale e’ Presidente Benedetto Di Iacovo e sono riportati in un rapporto che la stessa commissione ha elaborato in collaborazione con il Centro Studi delle Politiche Economiche e Territoriali dell’Universita’ Mediterranea di Reggio Calabria diretto da Domenico Marino. Nel rapporto, spiega una nota, ” viene anche tracciato il quadro strutturale dell’economia e del mercato del lavoro calabrese. Il lavoro nero e l’economia non regolare costituiscono, – si legge – come si e’ ampiamente detto fino ad oggi e nei precedenti rapporti, un indicatore di un utilizzo non efficiente dei fattori produttivi, di evasione fiscale e contributiva di disagio economico e sociale. I risultati ottenuti in questi anni, – e’ scritto – ci confortano della bonta’ dell’intuizione di aver individuato in questo settore, cosi’ delicato e nello stesso tempo complesso, uno degli ambiti privilegiati di azione per attivita’ di monitoraggio continuo e attivita’ di contrasto e progetti di emersione. Il lavoro sommerso comporta tutta un serie di costi sociali che uniti a quelli economici lo rende una piaga da combattere con forza. La riduzione dell’economia e del lavoro non regolare, di conseguenza, diviene uno dei principali obiettivi delle politiche del lavoro, ed in modo particolare nella nostra regione”.

Nel rapporto viene anche evidenziato l’andamento del mercato del lavoro in Calabria “che nel quadriennio 2011-2014 – e’ scritto – ha registrato un crollo verticale con il raggiungimento di minimi storici per molti indicatori. In particolare si sono persi 30 mila posti di lavoro e i disoccupati sono piu’ che raddoppiati passando da 82 mila a 167 mila unita’. Da cio’ – si evidenzia – discende che le politiche del lavoro non dovranno piu’ essere collegate, semplicisticamente, alle tante questioni che scaturiscono dalle emergenze occupazionali, a cui si dovra’, pero’, dare, sempre, una soluzione rapida e definitiva. Dovranno, piuttosto, essere progettate delle politiche per governare i processi di cambiamento e di innovazione che, necessariamente, dovranno caratterizzare la regione nei prossimi anni per aumentarne il livello di competitivita’. Appare in conclusione – prosegue la nota – necessario un Piano per il Lavoro che costituisca una terapia d’urto per il mercato del lavoro calabrese e che risollevando il livello della domanda e dell’offerta di lavoro possa contribuire al miglioramento complessivo dell’economia calabrese. Contrastare il sommerso con azioni adeguate e monitorare costantemente il fenomeno e’ anche un modo per impedire al crescita di nuove organizzazioni criminali che in poco tempo potranno fare il grande salto verso business piu’ redditizi e di maggiore allarme sociale. E’, infatti, proprio in Calabria, dove queste presenze nel mercato del lavoro e con la piaga dei caporali sono pervasive, che bisogna prestare attenzione al fenomeno se si vuole assicurare ai giovani non un lavoro qualsiasi o contagiato da forme irregolari o elusive delle norme contrattuali, ma un lavoro regolare e di qualita’”. In tale direzione, scrive la commissione, “e’ opportuno ricordare che la Calabria ha una legge di contrasto al sommerso (la n. 13/2012) che, risulta essere la piu’ avanzata di Italia, ove applicata e ove si proceda speditamente all’emanazione dei Regolamenti previsti e’ piu’ volte sollecitati dalla Commissione. Nelle prossime settimane – conclude la nota – inviteremo il competente assessore regionale al lavoro e convocheremo la Commissione in plenaria per presentare il X Rapporto sull’Economia sommersa ed il lavoro non regolare in Calabria, che potra’ essere preso a riferimento di chi governa la regione per indirizzare politiche di contrasto al fenomeno, politiche attive e politiche di sviluppo adeguate alla condizione di particolare arretramento del sistema occupazione calabrese”.