Strage Cassano: ordinanza, donna e nipotino usati come “scudi”

iannicelli-giuseppeCosenza –  Giuseppe Iannicelli, vittima designata della strage di Cassano, si avvaleva della compagna marocchina Ibtissam Touss e del nipotino Coco’ come “scudi” per evitare agguati. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Cosimo Donato e Faustino Campilongo, accusati di essere gli autori della strage di Cassano. “Mio fratello – racconta agli inquirenti Battista, il fratello di Giuseppe – andava a Timpone Rosso (un quartiere di Cassano, ndr) con la compagna marocchina, anche con Coco’, in quanto era convinto che con una donna e un bambino nessuno gli avrebbe fatto del male, secondo le vecchie regole di ‘ndrangheta”. Giuseppe era entrato, infatti, in contrasto con il ‘clan degli zingari’ e Luigi Abbruzzese, esponente della omonima cosca, gli “contestava tutta una serie di cose: il fatto che acquistava stupefacente anche da altri, il fatto che si era sparsa in giro la voce che poteva collaborare con la giustizia”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la testimonianza di Marcus Messina, convivente di Sonia Di Monte che aveva avuto un figlio da Donato. “Spesso vedevo Iannicelli in auto insieme alla donna marocchina che e’ stata uccisa con lui ed insieme al piccolo Coco’ – racconta l’uomo nel luglio di quest’anno – Per come mi spiegava Donato e per come desumevo personalmente, la marocchina e il piccolo Coco’ erano utilizzati da Giuseppe Iannicelli al fne di scongiurare agguati”.

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