‘Ndrangheta: imponevano assunzioni fittizie, 4 indagati

gdflamezia-lam15-04Lamezia Terme – Estorsione aggravata dal metodo mafioso e truffa aggravata a danno dell’Inps. Queste le ipotesi di reato ipotizzate a carico di quattro persone a cui gli uomini del gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme (CZ), coordinati dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, hanno notificato altrettante informazioni di garanzia, con contestuale avviso della chiusura delle indagini preliminari. Fra i destinatari, due esponenti di spicco dei clan di ‘ndrangheta lametini. I provvedimenti sono scaturiti da indagini delle Fiamme Gialle nel corso delle quali sarebbe emerso, fra l’altro, che un membro della “commissione” di una cosca egemone di Lamezia Terme avrebbe imposto a diversi imprenditori locali la sua assunzione fittizia insieme a quelle della moglie e della cognata. Gli indagati, non avendo mai di fatto prestato attivita’ lavorative, si sarebbero cosi’ garantiti una falsa posizione pensionistica derivante dai contributi previdenziali estorti ai loro apparenti datori di lavoro e da indennita’ di malattia e di disoccupazione erogate indebitamente nel frattempo dall’Inps. Si tratterebbe, secondo gli inquirenti, di un sistema “trasversale” e consueto nelle cosche lametine. I finanzieri avrebbero infatti accertato che un altro esponente di rilievo della ‘ndrangheta, peraltro di una cosca contrapposta alla prima, aveva imposto la sua assunzione e quella di una sua congiunta ad un imprenditore agricolo, beneficiando di pensione e indennita’ previdenziali varie. Alcuni degli indagati sono gia’ sottoposti a varie misure restrittive per gravi reati di sangue. La Guardia di Finanza ha inviato le comunicazioni di rito all’Inps, che procedera’ al recupero delle somme indebitamente percepite nel tempo dagli indagati, quantificate in un totale complessivo di oltre 100.000 euro.

Le indagini sono scaturite da accertamenti patrimoniali effettuati dai finanzieri a carico degli indagati che, per giustificare il loro tenore di vita, hanno dichiarato di essere adipendenti di alcune aziende della zona di Lamezia Terme. Questo ha indotto i finazieri ad approfondimenti dai quali e’ emersa l’effettiva sussistenza di un rapporto di lavoro dichirato ma mai in realta’ svolto dagli assunti. Secondo quanto si apprende, i titolari delle aziende coinvolte hanno negato di essere stati minacciati, senza fornire agli inquirenti alcuna collaborazione. Fra le persdone indagate, tuttavia, non figura nessuno di loro. Nei loro riguardi, anzi, gli inquirenti configurano lo status di vittime del sistema imposto. Le indagini continuano in quanto gli inquirenti intendono verificare la sussistenza di casi analoghi.