Tenta assieme al figlio di avvelenare il marito, arrestati

carabinieri-arresto-31Pescara – Un donna ha tentato assieme al figlio di uccidere il marito avvelenandolo con un potente farmaco anticoagulante. E per accelerare le cose, ha anche organizzato un pestaggio che provocasse all’uomo emorragie fatali. Ma il piano e’ fallito e i carabinieri di Pescara hanno arrestato Daniela Lo Russo, 42 anni, il figlio Michele Gruosso, 22 anni, originari della Puglia, trasferiti in carcere, e un colombiano accusato di essere il picchiatore, Andrei Edwin Zabala Mosquera, 30 anni, sottoposto ai domiciliari. Vittima, un 54enne di Spoltore (Pescara), titolare di una piccola attivita’ edile. L’ordinanza di custodia cautelare a carico dei tre e’ stata emessa dal gip, Gianluca Sarandrea, su richiesta del pm, Rosangela Di Stefano. L’indagine e’ partita da intercettazioni telefoniche a seguito di un’aggressione subita dalla donna il 28 giugno scorso. IMamma e figlio, in piu’ conversazioni telefoniche parlavano di funghi e questo ha insospettito i militari: e’ emerso poi che alla vittima venivano somministrate massicce dosi di “coumadin”, un anticoagulante usato nella terapia di patologie cardiache e venduto solo dietro specifica ricetta medica. Per causare emorragie, il 10 luglio scorso e’ stata organnizzata l’aggressione della vittima, avvicinata da due sconosciuti con una mazza da baseball: l’uomo ha pero’ reagito ed e’ riuscito a mettere in fuga i due malfattori, uno dei quali non ancora identificato. I militari del Nas hanno poi individuato a Pescara e Montesilvano le farmacie dov’erano state spedite le prescrizioni mediche false e la persona che materialmente aveva acquistato le confezioni di “coumadin”. La vittima ha dovuto piu’ volte ricorrere alle cure del Pronto soccorso per gravi emorragie interne, fino al ricovero nel reparto di ematologia. Anche qui gli sono state somministrate bevande a base di “coumadin”. Solo grazie ai sanitari del reparto, che hanno continuamente corretto il valore di coagulazione somministrando al paziente massicce dosi di “antidoto” (vitamina k), la vita dell’uomo e’ stata salvata.