Commerciante ucciso a Rosarno, in carcere fratello e nipote

arresto-scarfone-timpaniReggio Calabria – Lo avrebbero ucciso per dissapori familiari legati al possesso della casa della madre e alla riscossione della pensione dell’anziana. I Carabinieri di Reggio Calabria hanno fermato due uomini risolvendo in pochi giorni l’omicidio del commerciante Antonio Scarfone, avvenuto nella tarda serata del 14 agosto a Rosarno.
Si tratta di Angelo Scarfone di 52 anni e Luigi Timpani di 28 anni, fratello e nipote della vittima. Il fratello e’ ritenuto esecutore materiale, il nipote concorrente morale dell’omicidio commesso nell’abitazione della madre della vittima, in via Papa Giovanni XXIII al civico 58. Le indagini del reparto operativo di Reggio Calabria, diretto dal tenente colonnello Vincenzo Franzese, coordinate dal procuratore di Palmi, Ottavio Sferlazza, e dal sostituto Valentina Giammaria, hanno consentito agli inquirenti di ricostruire quanto accaduto. E’ stato cosi’ accertato che nell’abitazione dove si e’ consumato il delitto, quella stessa mattina la vittima era stata obbligata ad allontanarsi per sfuggire a un gruppo di fuoco composto da sei persone armate, tra cui i due fermati. Nel pomeriggio era intervenuta una pattuglia dell’Arma, trovando sul posto alcuni parenti, tra cui Angelo Scarfone, che lamentavano lo stato di abbandono in cui versava la madre della vittima, Carmela Fazzari, gravemente malata, e ne attribuivano la responsabilita’ al figlio Antonio, in quel momento assente. La situazione sarebbe precipitata nella tarda serata, quando Antonio ha fatto rientro in casa, sarebbe stato affrontato dai familiari e in seguito ad una colluttazione ferito da due colpi di pistola che ne hanno determinato la morte immediata. Secondo la ricostruzione l’omicidio sarebbe avvenuto nel cortile, e poi il corpo di Antonio sarebbe stato portato nella casa della madre. I Carabinieri di Reggio Emilia, dove Angelo Scarfone risiede, hanno contribuito a far luce sul movente, che sarebbe legato al possesso dell’abitazione di Carmela Fazzari e alla riscossione della sua pensione. La vittima, secondo quando ricostruito dai Carabinieri anche grazie alle dichiarazioni dei numerosi parenti sentiti, era l’unico dei fratelli ad avere il possesso della casa e a riscuotere la pensione dell’anziana madre, la qual cosa non andava piu’ bene ad alcuni parenti, che da tempo avrebbero accampato pretese in tal senso. Entrambi i fermati sono stati condotti in carcere, e in seguito a interrogatorio di garanzia tenuto ieri pomeriggio, il gip ha confermato per entrambi un provvedimento di custodia cautelare in carcere.

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