Giornalisti: Ossigeno-Seemo, governi creino agenzie monitoraggio

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Roma – “Ossigeno per l’Informazione” di Roma e “Seemo” di Vienna hanno pubblicato a Belgrado una dichiarazione congiunta in occasione della X Conferenza annuale della South East European Media Organisation per richiamare il dovere delle autorita’ di governo di ogni paese di proteggere i giornalisti minacciati, di tenere sotto osservazione questo fenomeno, di intervenire tempestivamente per assisterli e di attuare le misure richieste dalle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa e dalle Risoluzioni delle Nazioni Unite, in particolare quella che prevede la creazionein ogni paese di agenzie pubbliche di monitoraggio delle minacce ai giornalisti.
“Anche lontano dalle zone di guerra e dalle aree di conflitto, in molti paesi, ci sono numerosi e gravi attacchi a giornalisti e ad altri operatori dei media, compiuti allo scopo di impedire la raccolta e la circolazione di notizie di pubblico interesse e di ostacolare la manifestazione di opinioni legittime – si legge nel documento – Come ha documentato l’Unesco, la maggior parte di questi attacchi rimane impunita e questa impunita’ incoraggia altre violenze e ha un effetto raggelante sulla liberta’ di informazione. Anno dopo anno, le minacce, le ritorsioni, gli abusi sono diventati sempre piu’ numerosi e si sono diffusi anche nei paesi europei piu’ liberi, come dimostra il caso italiano, ampiamente documentato. Questi atti di violenza, questi abusi, se non saranno contrastati, faranno fare un passo indietro alla nostra civilta’, imporranno, come in parte gia’ avviene, una nuova forme di censura. Questo fenomeno, che indebolisce la democrazia e riduce la partecipazione dei cittadini, e’ in gran parte fuori dal campo di osservazione e di intervento delle istituzioni. Cio’ e’ inaccettabile. I Governi hanno il dovere di intervenire con misure attive, concrete, urgenti. Le ONG “Ossigeno per l’Informazione” e “South East European Media Organisation” (Seemo), insieme, invitano le autorita’ nazionali a creare in ogni paese adeguati strumenti di monitoraggio concepiti come agenzie pubbliche indipendenti, autonome dal potere, in grado di operare in collegamento con le ONG, con il compito di osservare e documentare gli attacchi alla liberta’ di informazione e di intervenire prontamente per proteggere ed assistere le vittime di questi attacchi, in modo che prevalga il pieno rispetto del diritto di espressione, di parola e di stampa e di rendere noto tempestivamente cio’ che accade e di permettere cosi’ di individuare, a ragion veduta, i rimedi opportuni.
Ossigeno per l’Informazione e South East European Media Organisation giudicano allarmante costatare che finora nessun passo concreto sia stato fatto in questa direzione, nonostante le piu’ alte organizzazioni internazionali abbiano chiesto ai Governi di farlo da tempo. Ossigeno per l’Informazione e SEEMO ricordano che la creazione di questi centri di osservazione e di pronto intervento e’ stata sollecitata ultimamente il 13 aprile 2016 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, con un documento di Raccomandazioni indirizzato ai Governi dei 47 paesi membri. Ossigeno e Seemo ricordano inoltre che analoghe sollecitazioni sono state rivolte, da ultimo, il 19 settembre 2016, dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU ai Governi nazionali con la Risoluzione A/HRC/27/L.7 sulla sicurezza dei giornalisti, approvata a Ginevra con il sostegno di oltre 90 Stati, e ricordano che l’Onu ha approvato altre Risoluzioni simili negli ultimi quattro anni”.
“Non basta lanciare allarmi e sottoscrivere documenti di condanna degli attacchi ai giornalisti – si sottolinea nel documento – Occorre agire per proteggere il diritto di informare e di ricevere informazioni. E’ necessario rendere i cittadini e le autorita’ consapevoli della situazione. E’ necessario farlo parlando il linguaggio dei fatti, cioe’ tenendo sotto osservazione cio’ che accade, come fa in Italia la ONG Ossigeno, con un progetto pilota che ha anticipato la creazione di queste agenzie pubbliche. Questo progetto, in dieci anni, ha reso pubblici i nomi di oltre tremila giornalisti colpiti da questi attacchi e da gravi abusi di leggi e procedure”.