Calabria: Cgil, meta da visitare ma gli aeroporti sono a rischio

bandiera-cgil-600x450Catanzaro – “La notizia che la nostra regione venga annoverata da il New York Times come una delle mete da visitare per il 2017 e’ un fatto importante che deve servire da stimolo per promuovere le politiche su ambiente, turismo e filiera agroalimentare”. Lo afferma Angelo Sposato, segretario della Cgil Calabria. “Sono tutti i settori – aggiounge – che al momento sono privi di un assessorato specifico. In altri momenti, la classe politica calabrese avrebbe fatto immediatamente le valigie per promuovere partenariati attraverso il Governo, le nostre ambasciate, la Ue, per valorizzare i nostri beni culturali ed archeologici. Avevamo proposto come Cgil un progetto in Calabria con le Universita’ per la valorizzazione della filiera archeologica che partisse dal Museo di Reggio, attraverso Scolacium, Vibo, kroton, e per dare alla luce l’antica Sibari, cercando di utilizzare l’icona del toro cozzante come uno dei vettori della filiera agroalimentare. Invece assistitiamo passivamente ad una politica impegnata solo ad equilibrismi, elezioni ed ai congressi di partito, spesso autoreferenziale, da basso impero, che non si preoccupa di come tenere in vita gli unici scali aeroportuali di Reggio Calabria, Crotone e Lamezia, prima di proporne altri. Alitalia – sottolinea il sindacalista – ha annunciato che non volera’ piu’ da Reggio e Rayanair da Lamezia, lo scalo di Crotone e’ in via di smantellamento, non abbiamo ancora compreso la strategia del governo nazionale e regionale per il sistema aeroportuale calabrese. Vorremmo conoscerlo e chiederlo al Governatore, per rassicurare i calabresi e soprattutto i lavoratori che stanno pagando le conseguenze sulla loro pelle. Per queste ragioni riteniamo che anche i confronti avviati con le parti sociali che ad oggi non hanno prodotto risultati significativi, debbano essere accelerati, altrimenti saranno inutili. Chiediamo al governatore Oliverio – conclude Sposato – uno scatto di orgoglio che possa dare una visione nuova alla Calabria, di ampio respiro che possa arrestare la fuga di giovani e di intere famiglie, l’abbandono del territorio, fattori che rischiano di condannare la Calabria verso un inarrestabile declino”.