Vigili Fuoco: delegazione catanzarese tra i manifestanti a Roma

protesta-conapovvffCatanzaro – Anche una delegazione dei Vigili del fuco di Catanzaro ha manifestato a Roma, in piazza Montecitorio. “Di Fatto – spiega Massimo Conforti Segretario Provinciale Conapo – la politica ci tratta come un corpo di serie B e si ricorda di noi nei momenti di emergenza, ma poi cala un cono d’ombra sulle nostre condizioni di lavoro. Siamo qui, fuori dall’orario di servizio, per rivendicare ciò che riteniamo giusto”.
“Amati dai cittadini ma umiliati dallo Stato”; “Non chiediamo privilegi ma parità agli altri corpi” sono due degli slogan riportati nei cartelli del sit in dei vigili del fuoco. “Ci chiamano eroi – lamenta – ma abbiamo degli stipendi da fame”Perché il problema è proprio questo, la retribuzione che differisce in modo “ offensivo “ dagli altri corpi dello Stato. I vigili del fuoco non rientrano nel comparto sicurezza, o meglio non sono inquadrati come tali. Da qui la disparità retributiva con gli altri corpi, che va da un minimo di 300 fino a 1000 euro al mese. E che brucia di più da quando, dal gennaio scorso, la forestale è entrata a far parte del corpo dei vigili del fuoco con compiti di AIB con soli 362 uomini circa e con le loro autobotti date ai Carabinieri “. “In questo rinnovo contrattuale, scaduto da anni, vogliono darci un contentino di pochi euro al mese per tenerci buoni – afferma – ma noi chiediamo l’equiparazione con gli altri corpi, senza se e senza ma. Non chiediamo aumenti ma solo ciò che spetta. La specificità conquistata nel 2010 non era altro che uno scatolo vuoto”. Ma il Conapo, il sindacato che oggi è sceso in piazza per rappresentare le istanze dei vigili del fuoco, sottolinea anche la carenza di organico, circa 3.000 operativi in meno. E chiede a gran voce la parificazione delle indennità specialistiche come accade per gli altri corpi. Con un riconoscimento adeguato di tutte le specializzazioni: non solo elicotteristi dunque, ma anche nautici, elisoccorritori, sommozzatori e tlc. “Non ci tiriamo mai indietro, quando c’è un’emergenza mettiamo a rischio la nostra vita e non smetteremo mai di farlo – continua Conforti- ma a questa ingiustizia occorre mettere fine. Ne va della nostra dignità. Chiamarci eroi serve a ben poco se poi veniamo umiliati ogni mese, puntualmente ad ogni busta paga. Siamo stanchi di uno Stato assente”.