Poste italiane: Di Ceglie, “preservare l’unicità aziendale”

Slc-Cgil-CalabriaLamezia Terme – Poste Italiane rischia lo smembramento. La privatizzazione che il Governo sta mettendo in atto rischia di mettere in ginocchio la più grande azienda pubblica italiana. Con queste premesse si è svolto oggi a Lamezia l’ “Attivo quadri e delegati del settore servizi postali” durante il quale il gruppo dirigenti della Slc Cgil Calabria ha fatto il punto sulla vertenza nazionale.
«Poste Italiane vanta in Calabria 4500 addetti – ha dichiarato in apertura di lavori, Daniele Carchidi, segretario generale Slc Cgil Calabria – e rappresenta la più grande azienda nel nostro territorio con una forza lavoro davvero considerevole. Purtroppo la riorganizzazione aziendale ha gettato un’ombra su tutto il sistema. Abbiamo già assistito alla chiusura di numerosi uffici, soprattutto nelle zone più disagiate e alcuni sono aperti a giorni alterni, creando numerosi disagi alla popolazione costretta a cambiare ufficio se non paese per usufruire dei molti servizi di Poste. Anche i lavoratori non sono più sicuri del loro posto e si trovano di fronte a un futuro pieno di incertezze e preoccupazioni». «Poste Italiane – ha dichiarato Nicola Di Ceglie, segretario nazionale Slc Cgil con delega ai servizi postali – rappresenta anche per capillarità e presenza sul territorio la più importante azienda italiana, un fondamento per il nostro sistema produttivo, ragione per cui la sua privatizzazione non può nella maniera più assoluta superare il 40%. Lo sciopero del 4 novembre scorso ha rappresentato un momento importante per storia sindacale all’interno dell’azienda». «Il Governo – continua Di Ceglie – spinge per privatizzare ancora,rischiando lo smembramento in più aziende. Questo rappresenterebbe la fine di Poste come la conosciamo oggi, e avrebbe pesanti ripercussioni su tutti i livelli occupazionali. Bisogna preservare in Poste Italiane l’unicità aziendale che rappresenta la sua forza, e cioè quello di un sistema integrato che garantisce servizi alla cittadinanza». In conclusione sono intervenuti anche i delegati sindacali
di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Cosenza che hanno illustrato le rispettive realtà lavorative e i disagi che gli addetti sono costretti a subire ogni giorno che di conseguenza si riversano sulle utenze, compromettendo qualità e la garanzia del servizio offerto.