‘Ndrangheta: procuratore, la batteremmo se tutti denunciassero

Reggio Calabria – “Se le vittime denunciassero con un solo provvedimento di fermo potremmo arrestare la ‘ndrangheta tutta”. Lo ha detto il procueatore capo di Reggo Calabria, Federico Cafiero de Raho, nel corso della conferenza stampa sull’operazione “Cumps-Banco Nuovo”, con la quale stamane Polizia e Carabinieri, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, hanno smantellato una vasta organizzazione di ‘ndrangheta operante nella fascia jonica reggina, eseguendo un’ordinanza di misure cautelari emessa dal gip per 46 persone, 31 delle quali in carcere 6 ai domiciliari e 9 all’obbligo di dimora. Le accuse a vario titolo sono di associazione mafiosa, falsita’ ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, illecita concorrenza con violenza e minaccia, turbata liberta’ degli incanti, estorsione (tentata e consumata), rapina impropria, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e marijuana), violazione della legge sulle armi, ricettazione, con l’aggravante mafiosa. L’organizzazione in particolare, era dedita all’assegnazione dei subappalti, forniture di mezzi e materiali. Un controllo asfissiante, testimoniato dai 16 episodi estorsivi, ai danni di imprenditori, documentati durante l’indagine. La ‘ndrangheta si accaparrava gli appalti, e se anche i lavori erano stati assegnati a imprenditori estranei al contesto criminale, questi ultimi venivano costretti ad abbandonare il lavoro, in modo da lasciare campo libero alle ‘ndrine. Dall’indagine, inoltre, emerge da un lato il predominio delle famiglie di Africo e Bruzzano sul territorio di Brancaleone, e dall’altro l’esigenza di creare autonomi gruppi di famiglie di Brancaleone che, sempre in un’ottica della visione unitaria della ‘ndrangheta, avessero l’autonomia decisionale e operativa sul proprio territorio. Sia il questore Raffaele Grassi che il comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Giuseppe Battaglia, hanno rimarcato che la chiave vincente e’ data dall’ottimo coordinamento e dalla collaborazione tra uffici a cui ha dato vita il procuratore capo Federico Cafiero De Raho. “Non esiste ‘ndrangheta moderna – ha detto il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo – che non abbia rapporti con la pubblica amministrazione. La pubblica amministrazione la si rende inefficiente per generare emergenza, significa potere aggirare la normativa. Il pubblico amministratore – ha concluso Lombardo – deve stare dalla parte giusta, non ci sono piu’ spazi per le ambiguita’. Il pubblico amministratore che sta dalla parte sbagliata, e che e’ stato finora inquadrato come favoreggiatore o concorrente esterno, nella nostra impostazione di stabile rapporto, e’ destinato a diventare partecipe”.

 

Nel procedimento sono confluiti gli esiti di due diversi segmenti di attivita’ d’indagine svolte con riferimento alla criminalita’ organizzata di tipo ‘ndranghetistico, radicata ad Africo Nuovo, Motticella, Bruzzano Zeffirio, Brancaleone e zone limitrofe. In particolare, il Gruppo dei Carabinieri di Locri ha curato le indagini scaturite dall’omicidio del ristoratore di Brancaleone (RC) e proprietario del ristorante “Venezia” Luciano Criseo, avvenuto a Brancaleone (RC) il 28 marzo 2009, con le quali e’ stato possibile accertare complessivamente la massiccia infiltrazione della ‘ndrangheta nel settore degli appalti pubblici ed il potere di condizionamento mafioso degli organi istituzionali pubblici. Il secondo segmento investigativo e’ costituito dalle attivita’ condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Condofuri, da cui sono emersi reati in materia di armi e di stupefacenti da parte di un gruppo criminoso “di nuova generazione” venutosi a creare a Brancaleone, territorio sempre considerato sotto il controllo del “locale” di Africo, ovvero la nascente cellula denominata “Cumps” (“compari”) dai suoi stessi appartenenti. Fin dall’avvio delle investigazioni sarebbe emersa l’appartenenza degli indagati alla ‘ndrangheta, nelle diverse formazioni che insistono sui centri di Brancaleone, Africo e Bruzzano Zeffirio, con particolare riferimento ai nuovi assetti organizzativi e ai ruoli rivestiti dai singoli affiliati, rimodulati a seguito della “pace” venutasi ad instaurare tra le diverse cosche dopo la sanguinosa faida di Africo-Motticella, che aveva visto affermarsi i gruppi “Palamara-Scriva” e “Mollica-Morabito”. La rimodulazione degli assetti,funzionale al controllo dei pubblici appalti nell’area di influenza , avrebbe trovato conferma nelle indagini che hanno interessato il territorio di Brancaleone, documentando come il processo di riorganizzazione abbia dato origine ad un “Banco nuovo”, con una nuova “locale” e la conseguente ridefinizione dei ruoli dei singoli affiliati. E’ stata accertata cosi’ la persistente intrusione della ‘ndrangheta nella gestione dei lavori e delle opere pubblici, sia per quanto concerne il movimento terra, il trasporto e la fornitura di materiali inerti, sia con riferimento alla fornitura di mezzi e di manodopera, oltre che al pesante condizionamento degli organi istituzionali pubblici.

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