‘Ndrangheta: Bova, favorita da abbandono scolastico e poverta’

Reggio Calabria – “Condivido in pieno la preoccupazione dell’avvocato Francesco Di Lieto, presidente regionale del Codacons, in merito a quanto emerso dalle ricerche pubblicate sul VII Atlante dell’Infanzia: i dati sulla poverta’ infantile e sulla dispersione scolastica nella nostra regione devono far riflettere e spingerci ad agire in fretta”.
Lo afferma in una nota il presidente della Commissione regionale contro la ndrangheta, Arturo Bova. “La depressione economica e sociale – continua – sono il terreno fertile perche’ la ‘ndrangheta faccia proseliti, costruisca il proprio consenso, rispondendo – con metodi violenti e illegali – alle domande a cui lo Stato non riesce a dare risposta con i propri strumenti.
La criminalita’ organizzata prolifera li’ dove il bisogno muove le coscienze, li’ dove la disperazione di un padre di famiglia che non riesce a far mangiare i propri figli lo porta a non fare piu’ distinzione tra giusto e sbagliato, tra legale e illegale”.
Che il 47% dei minori calabresi viva sotto la soglia di poverta’ e’ quindi indice di un disagio familiare profondo a cui e’ necessario opporre delle politiche sociali mirate.
Tra i dati preoccupanti – sottolinea Arturo Bova – fa bene Di Lieto ad inserire anche il tasso di abbandono scolastico. Sebbene i numeri calabresi siano piu’ o meno in linea con il resto della nazione, bisogna sottolineare che un ragazzo lombardo che lascia la scuola, quasi certamente lo fa per andare a lavorare. In Calabria, cio’ non succede: a suggerircelo e’ l’elevato numero di Neet nella nostra regione, pari al 41,9% (fonte Bankitalia) contro il 26% in Italia, ed e’ cresciuto di quasi dieci punti negli ultimi dieci anni. Senza dimenticare che ben l’80% dei giovani calabresi non svolge attivita’ culturali di nessun tipo”.

 

“Al divario sociale tra Nord e Sud – spiega ancora Bova – che da questi numeri emerge in tutta la sua drammatica concretezza, deve fare da contraltare una risposta qualificata da parte delle istituzioni: una maggiore attenzione e quindi maggiori investimenti nella qualita’ delle scuole pubbliche, politiche attive che agiscano su chi ha veramente bisogno di lavorare, e siano strutturali, percorsi formativi alternativi alla scuola che permettano sbocchi lavorativi qualificati e qualificanti sono solo alcune delle misure che, oggi piu’ che mai, bisogna mettere in campo. Noi che abbiamo il compito di amministrare la ‘res pubblica’ dobbiamo bloccare questo allarmante decorso e continuare a parlare ai giovani, agli studenti. Dobbiamo andare nelle scuole e far si’ che siano informati, che conoscano il mondo che li circonda. La Commissione contro la ‘ndrangheta sta lavorando in tal senso e continuera’ una stretta collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per allargare ancor piu’ questo progetto e smuovere le coscienze dei nostri giovani. Questa Giunta regionale, assieme al Consiglio di cui mi onoro di far parte, hanno ancora due anni per poter agire, laddove e’ loro competenza, su questi che sono i temi piu’ importanti per lo sviluppo sociale. Questo tempo – conclude – sia impiegato nel migliore dei modi”.