‘Ndrangheta: sempre piu’ pervasiva, “focus” Questura Catanzaro

Catanzaro  – “Come l’intera Calabria, anche la provincia di Catanzaro e’ afflitta dalla pervasiva presenza della ‘ndrangheta che, esercitando la propria connaturata capacita’ di intimidazione, si muove da protagonista in gran parte degli affari illeciti”. E’ quanto si legge nel “bilancio sociale” 2017 della Questura di Catanzaro, presentato questa mattina dal questore, Amalia Di Ruocco. Il documento, illustrato per quanto concerne il capitolo della criminalita’ organizzata dal capo della Squadra Mobile, Nino De Santis, traccia una mappa degli assetti ‘ndranghetistici nel territorio provinciale: “La criminalita’ organizzata operante nel comprensorio – e’ scritto – si delinea in relazione a quattro diversi contesti territoriali, riferibili al capoluogo e ai comuni limitrofi, al comprensorio lametino, al basso versante ionico, (area del Soveratese) e all’alto versante ionico (comprensorio di Botricello-Cropani), tutti caratterizzati dalle manifestazioni criminali tipicamente riconducibili alla ‘ndrangheta e variamente interconnessi tra loro in ragione delle cicliche variazioni delle alleanze e delle occasionali opportunita’ di profitto”.
Per quanto riguarda la citta’ di Catanzaro il “bilancio sociale” della Questura cita “le recenti risultanze investigative dell’operazione denominata “Jonny” condotta nel maggio scorso, che hanno confermato la presenza di una articolazione criminale di matrice ‘ndranghetista, operante soprattutto nei quartieri a sud della citta’ (Lido e Santa Maria), legata alle potenti cosche crotonesi”. Quanto a Lamezia Terme “teatro nel recente passato di acutissime frizioni tra le tre anime della ‘ndrangheta riconducibili alle cosche Cerra/Torcasio/Gualtieri, Giampa’ e Iannazzo”, secondo il report della Questura “e’ oggi forse l’area nella quale piu’ fruttuosa e’ stata l’azione di contrasto che ha portato alla conclusione di decine di operazioni di polizia giudiziaria. Tuttavia, atteso il valore strategico che l’area ha per la ‘ndrangheta come crocevia di vari interessi e della presenza di snodi ferroviari e aerei, e’ opinabile – si sottolinea – che l’attuale situazione di pax mafiosa sia determinata oltre che dall’oggettivo indebolimento delle cosche, anche dal tentativo di attuare una strategia di minore visibilita’ volta a consentirne la riorganizzazione. Argomenti in tal senso sono desumibili dalle numerose operazioni realizzate dalla Squadra Mobile che testimoniano l’attualita’ della presenza della criminalita’ organizzata e, ancor piu’ significativamente, dal recente scioglimento, il terzo nella storia, del consiglio comunale di Lamezia Terme, per condizionamento mafioso”.

 

Particolare attenzione viene poi data ad altri territori della provincia: “Nell’area dell’alto Ionio catanzarese e’ investigativamente accertata l’influenza della famiglia “Trapasso di San Leonardo di Cutro e in genere dei clan della vicina provincia di Crotone. Ne fa testimonianza l’imponente indagine svolta dalla Squadra Mobile nel 2016 e denominata “Borderland” che ha dimostrato come tali interessi illeciti riguardino tutti i comuni del litorale tra Botricello, Cropani e Sellia Marina e come la pervasiva presenza delle cosche si giovi anche di gravi connivenze da parte di esponenti delle istituzioni posto che in questa operazione veniva tratto in arresto per concorso esterno in associazione mafiosa il vice sindaco del Comune di Cropani. Nel Soveratese – e’ riportato nel “bilancio sociale” – l’elemento specifico e’ quello della presenza di sodalizi criminali che vantano importanti collegamenti con le cosche piu’ prestigiose della provincia di Reggio Calabria, nel Lazio, in Lombardia. Il riferimento e’ anzitutto alla cosca mafiosa operante in Guardavalle facente capo alle famiglie Gallace e Novella”.
Il “bilancio sociale della Questura” segnala poi “la presenza, sul territorio, di fenomeni criminosi riconducibili alla cosiddetta criminalita’ comune, le cui manifestazioni piu’ evidenti sono da attribuirsi alle comunita’ “Rom” da diverse generazioni stanziali a Lamezia Terme e a Catanzaro. Dapprima dedita ai furti, alle estorsioni e al “cavallo di ritorno”, ha alzato le sue mire estendendo il suo campo d’interesse nel traffico di stupefacenti e armi, stringendo anche connivenze con la criminalita’ organizzata di questa provincia e di quelle limitrofe. Sul piano del contrasto appare significativo segnalare l’operazione “Jackal” in esito alla quale sono state tratte in arresto sei persone, appartenenti alla comunita’ rom del capoluogo”.

Inoltre – si legge ancora nel “bilancio sociale” della Questura – a differenza di qualche anno fa in cui era la ‘ndrangheta ad avvicinarsi ai politici per averne i favori, ora e’ la politica che va a casa della ‘ndrangheta a chiedere il voto. E poiche’ la ‘ndrangheta e’ criminalita’ di alto profilo che ama il potere e la ricchezza, i favori chiesti ai politici sono la cogestione della cosa pubblica soprattutto nel settore economico e quindi degli appalti .Questo intreccio ‘ndrangheta-politica non e’ passato inosservato e attualmente in questa provincia 4 risultano i comuni sciolti per mafia: Sorbo San Basile (dal 13 luglio 2017), Cropani (dal 31 luglio 2017), Petrona’ e Lamezia Terme (dal 22 novembre 2017). Dalle indagini concluse e da quelle in corso emerge sempre piu’ la conferma che la ‘ndrangheta ha messo nelle istituzioni pubbliche e locali i suoi uomini funzionali agli interessi dell’organizzazione criminale”. In conclusione – recita il report – “le indagini delle forze di polizia e l’impegno della magistratura fanno certamente ben sperare, ma se non vi sara’ una riscossa etica e culturale dei cittadini tutti, la societa’ non potra’ cambiare e non vi sara’ sviluppo per Catanzaro e la Calabria in generale”.

 

Ndrangheta: capo Mobile Catanzaro, clan riescono a mimetizzarsi
Lo scioglimento di quattro consigli comunali della provincia di Catanzaro per infiltrazioni mafiose “e’ un dato di assoluto rilievo, che deve far riflettere su quanto sia invadente la presenza della criminalita’ organizzata”. Lo ha detto il capo della Squadra Mobile, Nino De Santis, intervenendo alla presentazione del “bilancio sociale” 2017 della Questura del capoluogo calabrese. Nel 2017 in provincia sono stati 4 i Comuni sciolti dal Consiglio dei ministri per condizionamento mafioso: Sorbo San Basile, Cropani, Petrona’ e Lamezia Terme. De Santis si e’ soffermato in particolare sulla realta’ di Lamezia Terme: “Su questo territorio – ha rilevato il capo della Squadra Mobile catanzarese – c’e’ stata, e continua a esserci, un’azione investigativa straordinaria e incoraggiante, con decine di operazioni e centinaia di arresti, ma il terzo scioglimento nella storia del Comune di Lamezia Terme significa che c’e’ una capacita’ delle cosche di riorganizzarsi e mimetizzarsi, una capacita’ che deve preoccupare e indurre a un’azione di contrasto ancora piu’ pressante. Su queste questioni – ha concluso De Santis – non bisogna assolutamente abbassare la guardia”.

 

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