Agricoltura: Cia Calabria “regolarizzare 4.000 migranti”

Catanzaro- Manca la manodopera, tenuta lontana dai campi a causa dell’emergenza sanitaria, e la Cia-Agricoltori Italiani della Calabria chiede la regolarizzazione dei braccianti immigrati. L’associazione, si lege in un comunicato, “nel condividere le preoccupazioni manifestate dall’assessore Gallo al ministro dell’Agricoltura Bellanova, nel corso della recente conferenza Stato-Regioni, circa il futuro del settore agricolo calabrese”, ritiene urgente che l’assessore risolleciti il ministro “sulle crescenti difficoltà che il sistema imprenditoriale sta incontrando sul versante dell’approvvigionamento di manodopera agricola”. “Sempre di più – continua la nota – registriamo, soprattutto nelle aree strategiche dell’agroalimentare calabrese, nella piana di Sibari, nel Crotonese, nel Lametino e nella piana di Gioia Tauro, ingenti difficoltà da parte delle aziende a reperire manodopera agricola, in seguito all’emergenza Covid 19, per la raccolta di ortaggi, frutta, ecc., sia in serra che in pieno campo. Se non si interviene rapidamente – continua la nota della Cia Calabria – si espone seriamente il settore, soprattutto in prossimità delle grandi campagne dove l’impiego di manodopera è consistente. Una parte dei raccolti presenti e futuri è a rischio per mancanza di braccianti. Un lusso – continua la Cia – che non possiamo permetterci in un momento come questo in cui i consumatori sono in fila nei supermercati. Sono necessari, da subito – continua la nota della Cia – oltre a misure di sostegno per i settori più colpiti, interventi strutturali tali da poter consentire al comparto agricolo di continuare a produrre al fine di rifornire con continuità i mercati all’ingrosso, i supermercati e i negozi alimentari di prossimità”.

In particolare, la Cia chiede: una sanatoria per regolarizzare gli immigrati e gli irregolari già presenti nel nostro territorio (si stima in circa 4.000 unità); strumenti flessibili per l’assunzione di manodopera di pensionati, giovani, cassa integrati e cittadini; una piattaforma pubblica per gestire i lavoratori stagionali nel settore agricolo sulla scia di quanto stanno già facendo altri paesi europei (Francia, Austria e Germania). Muoversi in questa direzione – conclude la Cia – significherebbe soprattutto perseguire la salvaguardia dell’interesse regionale e nazionale, tutelando il settore più strategico per il nostro paese e per la Calabria”.