Carceri: Avellino, ancora risse e violenze con gravi lesioni a due detenuti

Roma – “Una violentissima rissa, l’ennesima, è scoppiata poco dopo mezzogiorno presso la Casa Circondariale di Avellino e ha visto coinvolti una decina di detenuti i quali ne avrebbero aggrediti altri due. In particolare, a un ristretto sarebbe stato addirittura reciso un pezzo di naso e un altro avrebbe riportato gravi lesioni alla milza. Entrambi sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale cittadino dopo che la Polizia penitenziaria è riuscita, nonostante le gravissime criticità operative e con grandissima professionalità, a riportare almeno una parvenza d’ordine”.
A commentare l’accaduto è Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Mentre il Ministro Nordio discetta del riutilizzo di caserme dismesse a scopo detentivo, da conseguirsi a suo dire in due anni, nelle carceri la violenza continua a imperversare con gravissime conseguenze per i detenuti, per gli operatori, i quali subiscono anche aggressioni al ritmo di cinque al giorno, e per la stessa tenuta dell’ordine democratico. Basti pensare che a vigilare su circa 500 ristretti nelle sezioni detentive del carcere avellinese stamattina erano appena due appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria. Del resto, solo ieri, da ultimo, avevamo lanciato un nuovo allarme con una nota indirizzata ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dal Segretario Regionale della Campania e componente di Segreteria Nazionale, Domenico de Benedictis”, spiega il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Noi vogliamo ribadirlo con chiarezza, condividiamo moltissimi dei propositi ripetutamente manifestati dal Sottosegretario al Ministero della Giustizia, con specifica delega al DAP, Andrea Delmastro delle Vedove, ma abbiamo la netta sensazione che quegli intendimenti non siano adeguatamente supportati dal Guardasigilli, dal Governo, e forse, neppure dal Capo del DAP, Giovanni Russo. Serve un decreto carceri che, prendendo atto dell’emergenza in essere e con procedure d’urgenza, consenta cospicue assunzioni straordinarie e il potenziamento degli equipaggiamenti. Ma occorrono anche il varo di protocolli d’intervento operativo, la revisione del modello custodiale, una nuova regolamentazione per la gestione dei reclusi malati di mente, misure deflattive della densità detentiva e riforme complessive. Il resto è utile alla politica solo per prendere tempo, ma in carcere, paradossalmente, di tempo non ce n’è più”, conclude De Fazio.