Istat: deflazione da Nord a Sud, – 6% a Catanzaro

istat-istituto
Roma – In tutte le ripartizioni geografiche, a marzo 2016 i prezzi al consumo fanno registrare flessioni tendenziali, accentuando, in quasi tutti i casi, la dinamica negativa registrata a febbraio: nel Sud e nelle Isole il tasso tendenziale e’ pari a -0,3% (da -0,2% di febbraio), nel Nord-est e nel Centro e’ pari a -0,2% (da -0,1% del mese precedente); nel Nord-ovest la flessione su base annua registra una lieve attenuazione portandosi a -0,1% da -0,2% di febbraio. Lo rileva l’Istat riportando i dati per territorio. Tra le citta’ i valori peggiori si registrano a Bari e Potenza (con un flessione tendenziale dell’1%), seguite da Perugia, Cagliari e Catanzaro (-0,6%). Subito dopo segue Roma con il -0,5%. Le diminuzioni piu’ contenute si registrano per Milano, Genova e Napoli (-0,1%). Nel Centro-nord, la situazione regionale mostra prezzi in diminuzione su base annua in sette regioni (erano otto a febbraio) su dodici. Le diminuzioni maggiori e pari a -0,5% riguardano Umbria e Lazio. Si registrano prezzi in crescita in Valle d’Aosta (+0,5%, da +0,2% di febbraio), Trentino-Alto Adige (stabile a +0,3%) e Marche (+0,1%, era +0,2% il mese precedente). Nel Mezzogiorno si riscontrano flessioni tendenziali dei prezzi in quasi tutte le regioni (sei delle sette per le quali sono calcolati gli indici generali) con la Puglia (-0,8%), la Basilicata e la Sardegna (-0,7% per entrambe le regioni), che, come a marzo, fanno registrare le diminuzioni piu’ ampie; l’Abruzzo (+0,2%) e’ l’unica regione in cui si registrano incrementi dei prezzi, ma con un rallentamento della crescita di due decimi di punto percentuale.                                                                      Per quanto riguarda i 20 capoluoghi delle regioni e delle province autonome per i quali sono calcolati gli indici generali, a marzo sono 14 quelli in deflazione (erano 13 a febbraio). Tra questi, come a febbraio, Bari e Potenza registrano le flessioni tendenziali dei prezzi piu’ ampie e pari a -1,0% (a febbraio era -0,9% per entrambi i capoluoghi di regione). Seguono Perugia, Cagliari e Catanzaro (-0,6% per tutte e tre), Roma (-0,5%) e Firenze (-0,4%). Le diminuzioni piu’ contenute, pari a -0,1%, si registrano per Milano, Genova e Napoli. In cinque delle restanti citta’ si registrano aumenti su base annua dei prezzi compresi tra +0,5% di Aosta e +0,1% di Venezia. A Bologna, infine, i prezzi sono stabili su base annua.
Con riferimento ai comuni con piu’ di 150.000 abitanti che non sono capoluoghi di regione, i prezzi sono in diminuzione su base annua in otto citta’ su undici (erano sette a febbraio): le diminuzioni maggiori interessano Verona (-0,9%, la variazione era nulla a febbraio), Reggio Calabria (-0,7%, da -0,5% di febbraio) e Catania (-0,5%, era -0,4% il mese precedente); tassi di crescita positivi si rilevano a Parma (+0,5%), e Livorno (+0,1%). A Reggio nell’Emilia i prezzi sono stabili su base annua.