Pa: da precari ad assenteismo,cosa cambia con riforma

pa-nadiaRoma   – La maxi riforma della P.a. targata Marianna Madia ha incassato il via libera del Consiglio dei ministri.
Dal piano straordinario per la stabilizzazione dei 50.000 precari storici alla stretta sugli assenteisti, ecco le principali novita’:
DALLE PIANTE ORGANICHE AI FABBISOGNI Si passa dalle piante organiche al fabbisogno di personale, con un modello triennale, che dovra’ pero’ tener conto dei vincoli finanziari sulla spesa di personale. Il piano triennale indica le risorse finanziarie necessarie per coprire il fabbisogno di personale; l’attuazione e’ subordinata alla verifica della disponibilita’ delle risorse. Qualora nelle amministrazioni dello Stato si rilevino incrementi di spesa che compromettono gli equilibri di finanza pubblica, i ministeri della P.a. e dell’Economia adotteranno le necessarie misure correttive.
CAMBIANO I CONCORSI, TEST INGLESE E TETTO 20% IDONEI Cambia il sistema di reclutamento: stop alle graduatorie infinite, gli idonei sono individuati in numero non superiore al 20% dei posti messi a concorso (in passato la lista degli idonei era molto piu’ lunga di quella dei vincitori). Nei concorsi sono accertate conoscenze informatiche e la lingua inglese, nonche’, ove opportuno, altre lingue straniere. Inoltre “per specifici profili o livelli di inquadramento”, si puo’ richiedere “il possesso del titolo di dottore di ricerca”. Tra le novita’, anche la “possibilita’ di prevedere un numero massimo di titoli che i candidati possono sottoporre alla valutazione della commissione”.

PIANO STRAORDINARIO PER I PRECARI STORICI L’obiettivo e’ quello di superare in via definitiva il precariato storico nella P.a., costituito da circa 50.000 lavoratori. E’ un piano di stabilizzazione che intende risolvere il problema nel triennio 2018-2020; le amministrazioni possono assumere a tempo indeterminato i lavoratori con contratto a tempo determinato gia’ selezionati con un concorso, con l’indicazione della relativa copertura finanziaria. Per gli ex co.co.co., che non hanno superato una prova selettiva, saranno banditi concorsi riservati in misura non superiore al 50% dei posti disponibili. Ad averne diritto saranno i titolari di contratti flessibili con almeno 3 anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto alle dipendenze dell’amministrazione che procede all’assunzione. Per quanto riguarda le risorse, sono calcolate in misura corrispondente al loro ammontare medio nel triennio 2015-2017.
COLLABORAZIONI ESTERNE Divieto di stipulare contratti di collaborazione: per specifiche esigenze le amministrazioni potranno conferire esclusivamente incarichi individuali a esperti “di particolare e comprovata specializzazione anche universitaria”. Niente piu’ co.co.co., dunque, ma contratti di lavoro autonomo puro, in cui non viene piu’, ad esempio, indicata la sede di lavoro.
PREMI DI PRODUTTIVITA’ E VALUTAZIONE DEL MERITO Superamento del rigido schema della riforma Brunetta, che imponeva di concentrare sulla produttivita’ la “quota prevalente” del salario accessorio e di azzerare i premi per un quarto del personale. Il tema e’ delicato ed e’ uno dei nodi che il Governo non ha ancora sciolto con i sindacati, secondo i quali la “quota prevalente” da legare ai risultati non e’ la “quota prevalente” di tutto il salario accessorio (che comprende anche le voci straordinari e indennita’). Nel nuovo testo i premi sono lasciati alla contrattazione, che deve garantire un’effettiva diversificazione dei trattamenti economici in base alla significativa differenziazione dei giudizi che deve guidare le valutazioni, articolate in base agli obiettivi nazionali fissati dal dipartimento Funzione Pubblica e di quelli specifici decisi dai vertici di ogni amministrazione. Un’altra novita’ e’ rappresentata dal fatto non si parla piu’ solo di performance individuale, del singolo dipendente, ma anche di quella organizzativa, della ‘squadra’ dunque, spostando cosi’ l’attenzione sulla qualita’ del servizio reso.

LICENZIAMENTI, L’ART.18 E’ SALVO Estese le cause di licenziamento a gravi o reiterate violazioni dei codici di comportamento, all’insufficiente rendimento rilevato nell’ultimo triennio, alla reiterata violazione di obblighi concernenti la prestazione che abbia comportato la sospensione per un anno in un biennio. Resta l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (nella sua formulazione originaria) e quindi la reintegrazione del lavoratore ingiustamente licenziato. Confermate le norme di legge relative al licenziamento del personale che effettua false attestazioni della presenza in servizio o che giustificano le assenze con certificati medici falsi. Sospensione entro 48 ore e licenziamento dopo procedimento disciplinare di durata non superiore ai 30 giorni.
PROCEDIMENTI DISCIPLINARI, SANZIONI IN 30 GIORNI Entro 30 giorni dalla segnalazione l’ufficio per i procedimenti disciplinari fa una contestazione scritta e convoca l’interessato con un preavviso di 20 giorni. Il procedimento si deve concludere entro 90 giorni.
STRETTA SU ‘FURBETTI’ DEL WEEKEND E ASSENTEISTI Stretta sull’assenteismo anomalo per colpire i cosiddetti ‘furbetti’ del weekend (coloro che saltano ripetutamente il lunedi’ e il venerdi’). I contratti nazionali devono impedire incrementi dei trattamenti accessori a livello di amministrazione nei casi di rivelazioni di assenze ‘strategiche’, quelle cioe’ che si concentrano in periodi critici per i servizi o in continuita’ con le giornate festive e di riposo superiori ai dati medi nazionali o di settore. In caso di “anomale e ripetute” assenze i contratti fissano le sanzioni disciplinari.

VISITE FISCALI A INPS, VIA LIBERA A CONTROLLI RIPETUTI Cambio di passo nei controlli per fare chiarezza sulla ‘malattia’ dei lavoratori, grazie al nuovo polo unico della medicina fiscale per pubblico e privato. Gli accertamenti medico-legali sui dipendenti in malattia sono “effettuati in via esclusiva dall’Inps”, che stipula apposite convenzioni con i medici di medicina fiscale. Le fasce orarie di reperibilita’ per le visite di controllo sono armonizzate tra pubblico e privato e hanno cadenza “sistematica e ripetitiva”.
VALUTAZIONE, VOCE AI CITTADINI Razionalizzazioni normative per gli Organismi indipendenti di valutazione (gia’ istituiti dalla legge Brunetta), che verificano il sistema di valutazione e della trasparenza e validano la relazione della performance dell’amministrazione. La novita’ e’ rappresentata dai sistemi di rilevazione del grado di soddisfazione degli utenti e dei cittadini sull’attivita’ svolta da ciascuna amministrazione. Sono adottati piani triennali della performance e relazioni annuali, allegati rispettivamente ai bilanci preventivi e ai rendiconti delle amministrazioni pubbliche. Il Piano della performance viene pubblicato sul sito delle amministrazioni pubbliche. Ciascuna amministrazione deve adottare sistemi di rilevazione del grado di soddisfazione degli utenti e dei cittadini, che possono dire la loro sulla qualita’ dei servizi. E il loro giudizio ‘pesera” sul voto da assegnare alla ‘squadra’.
COME CAMBIANO I RAPPORTI TRA LEGGE E CONTRATTO Si disegna un nuovo equilibrio tra legge e contratto. Se la riforma Brunetta individuava la legge come strumento quasi esclusivo di regolazione dei rapporti di lavoro, adesso, pur dettando le regole generali, lascia al contratto la possibilita’ di intervento e di deroga.
DISABILI E PROCESSI D’INSERIMENTO, ARRIVA LA CONSULTA Viene istituita la Consulta nazionale per l’integrazione in ambiente di lavoro delle persone con disabilita’. In ogni amministrazione con piu’ di 200 dipendenti sara’ nominato un responsabile dei processi d’inserimento delle persone con disabilita’.
ADDIO AL LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE Nel ‘pacchetto’ Madia e’ stato inserito anche il decreto per dire addio al libretto di circolazione e al certificato di proprieta’ dell’auto: si ha un solo documento al posto dei due attuali. Ma non c’e’ l’agenzia unica (contenuta nel progetto iniziale) che sarebbe dovuta nascere dalla fusione del Pra (Pubblico registro automobilistico) gestito dall’Aci e della Motorizzazione. Col foglio unico, 39 euro risparmiati per ogni pratica di immatricolazione o passaggio di proprieta’: 61 euro contro i 100 che si pagano oggi.

 

IL PUNTO = Ok riforma P.a., Madia “ora cambia vita cittadini”
La stabilizzazione dei precari storici della pubblica amministrazione, le nuove regole per il reclutamento, lo sblocco del contratto ai dipendenti pubblici, la trasparenza e qualita’ dei servizi al cittadino. A raccontare ‘il cuore’ dell’attesa maxi-riforma della Pubblica amministrazione, figlia della delega a Marianna Madia, e’ la stessa ministra dopo l’ok incassato in Consiglio dei ministri “agli ultimi 5 degli oltre 20 decreti” che formano il ‘pacchetto’ di provvedimenti “frutto di un lavoro di tre anni”.
Si tratta, ha tenuto a puntualizzare Madia, di “una riforma volta a semplificare la vita dei cittadini e degli imprenditori. Insomma non una riforma che si guarda dentro”, ma che punta “anche sugli obiettivi di crescita del Paese”. Quindi ha evidenziato due punti rilevanti: “il reclutamento e il superamento delle “gabbie predefinite” sul merito, che riconducevano a una “logica punitiva”. La differenziazione dei giudizi pero’, ha sottolineato la ministra, resta, e anzi s’introduce “un’innovazione importante che lega una parte di erogazione della produttivita’ ad obiettivi generali della Repubblica con un’intesa con tutti i livelli di Governo”. E ha chiarito: “Sono obiettivi legati al buon andamento dell’amministrazione, intesa come servizi al cittadino. Immagino servizi in meno tempo, e taglio delle liste di attesa, servizi sempre piu’ digitali che evitino al cittadino di doversi recare fisicamente in un luogo pubblico”.
Riguardo al reclutamento, ha spiegato Madia, “dopo anni di mancata giustizia ristabiliamo in meccanismo per provare a dare prospettive di giustizia”. E non e’ solo “un problema di diritti lesi ma anche di buon andamento della P.a”. Madia ha quindi puntato il dito contro i “meccanismi illogici” che hanno impedito di assumere anche alle amministrazioni che avevano a disposizione le risorse necessarie. L’obiettivo e’ quello, una volta risolta la questione del precariato storico, di “tornare a un buon reclutamento, con concorsi regolari”.
“In questi anni non si sono fatti concorsi per esigenze legittime dovute alla fase economica ma – ha aggiunto – questo ha determinato che molto spesso nelle P.a. si sono trovate persone che, su funzioni ordinarie, hanno avuto contratti reiterati di anno in anno e sono finite per trovarsi in situazioni di precariato strutturale”. Un problema per le “persone che si sono viste lese i propri diritti ma e’ diventato un problema generale per il buon andamento della pubblica amministrazione, e soprattutto e’ diventato un problema perche’ a causa di meccanismi normativi illogici – ha spiegato Madia – anche le amministrazioni che hanno a disposizione le risorse non possono fare concorsi e assumere. Se si continuasse su questa strada, penso che il danno prima di tutto sarebbe per servizi essenziali per i cittadini”.
Il buon reclutamento fatto “sulla base dei fabbisogni delle amministrazioni – ha spiegato ancora Madia – consente di poter mettere la propria professionalita’ al servizio della collettivita’ senza dover sottostare a situazioni di precariato e senza dover andare necessariamente al di fuori del nostro Paese”.
L’altro obiettivo “fondamentale” della riforma e’ quello dello sblocco del contratto per i dipendenti pubblici. “L’obiettivo non e’ solo quello di riavviarlo, noi vogliamo chiuderlo”, ha detto Madia. E ha spiegato: il fondo per la P.a. “dell’ultima legge di Bilancio che doveva prevedere la ripartizione per le diverse esigenze, di fatto e’ stato ultimato. La parte prevalente del fondo, come ci eravamo impegnati a fare nell’accordo con Cgil, Cisl e Uil, andra’ al contratto dei pubblici dipendenti, cui manchera’ un altro stanziamento che faremo nella prossima legge di Bilancio”. Ma per poter rinnovare il contratto ai dipendenti pubblici “c’e’ anche un problema normativo, che abbiamo affrontato coi sindacati”. La riforma punta a “superare le gabbie normative” in una logica “solo punitiva”. Il nuovo testo, ha spiegato ancora, “ribadisce la logica della produttivita’ e mantiene la norma che impone di distribuire almeno la meta’ del fondo accessorio con criteri di produttivita’, ma uscendo dalle gabbie predefinite, che determinano decurtazione di stipendio non giustificate”. Inoltre, “le significative differenziazioni non le leghiamo solo a valutazione individuale ma anche a una produttivita’ collettiva, perche’ spesso e’ l’organizzazione del lavoro a determinare un buon o cattivo servizio come esito finale al cittadino”. E sara’ proprio il cittadino ad avere un ‘peso’ sui criteri di valutazione di una amministrazione con “l’apertura di un canale diretto con l’organismo di valutazione che deve giudicare la performance della singola amministrazione”.
Quindi Madia ha citato la nuova Consulta nazionale per l’integrazione in ambiente di lavoro delle persone con disabilita’, perche’ “la Pubblica amministrazione deve dare l’esempio”. In conclusione il ministro si e’ detto pronto a “fare una direttiva all’Aran, l’agenzia che rappresenta il Governo nei negoziati, a iniziare un percorso formale per riaprire la stagione contrattuale ferma da diversi anni. Immediata la risposta dei sindacati che, un una nota congiunta, hanno chiesto l’avvio immediato dei tavoli contrattuali.