Agricoltura: Oliverio (Pd), applicare normativa succhi di frutta

oliverio-6250Catanzaro – “La risposta del sottosegretario Gentile alla mia interpellanza in merito all’attuazione delle nuova normativa europea sulla commercializzazione delle bevande analcoliche e succhi di frutta non e’ pienamente soddisfacente. Chiediamo al ministero dello Sviluppo economico di rendere applicativa la nuova normativa su tutto il territorio nazionale. Cosi’ facendo ci sarebbero ricadute positive sulla salute dei cittadini, sui produttori di agrumi e sulle casse dello Stato sulle quali gravano i costi per le cure di patologie dovute a cattive abitudini alimentari”. Lo ha detto Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione Agricoltura commentando la risposta del sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonio Gentile, ad una sua interpellanza urgente discussa oggi nell’Aula di Montecitorio. L’interpellanza e’ stata sottoscritta da piu’ di quaranta deputati dem, tra i quali tutti i componenti della commissione Agricoltura. “La legge europea del 2013 – ha proseguito Oliverio – ha innovato la disciplina sulla produzione di bevande analcoliche e succhi di frutta prevedendo che queste bevande prodotte in Italia debbano avere un contenuto di succo di arancia non inferiore a 20 grammi per 100 centilitri. Tale limite si applica, esclusivamente, alle bevande commercializzate nel mercato nazionale, mentre ne sono escluse quelle destinate al mercato degli altri Stati dell’Unione europea o degli altri stati contraenti l’accordo sullo spazio economico europeo, nonche’ quelle verso Paesi terzi”.

“E’ stata condotta in Parlamento una lunga battaglia per riconoscere l’obbligo di una quantita’ minima di succo di arancia nelle bevande – sottolinea l’esponente Pd – nella convinzione che occorre tutelare la fiducia del consumatore nei prodotti acquistati. E’ nostra profonda convinzione che un innalzamento della qualita’ del prodotto venduto, in primis del contenuto reale di frutta, fa crescere consapevolezza verso l’importanza di un’alimentazione sana ed equilibrata. L’introduzione dell’obbligo da’ una mano al comparto agrumicolo che sconta numerose difficolta’ tra le quali la liberalizzazione dei mercati e l’introduzione di misure comunitarie tese a favorire l’importazione da parte di Paesi terzi. L’innalzamento del contenuto di succo d’arancia mira a tutelare la salute del consumatore e tende a promuovere un’alimentazione piu’ sana e a diffondere corretti stili alimentari. Con la nuova norma si contribuisce anche ad offrire il giusto riconoscimento alle bevande di maggiore qualita’, riducendo l’utilizzo di zucchero, la cui elevata concentrazione potrebbe essere utilizzata per sopperire alla minore qualita’ dei prodotti. Gia’ da tempo il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha scritto una lettera all’allora ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, per sollecitare decisivi passi avanti per l’aumento del contenuto di succo di arancia nelle bibite. Ci auguriamo, quindi, che le solite multinazionale delle bollicine non continuino a frapporre ulteriori ostacoli burocratici e, come hanno fatto gia’ alcune societa’, adeguino la percentuale di succo delle bibite analcoliche con arance 100 per cento italiane. Questa non e’ una rivoluzione, ne’ fornirebbe occasione per far fallire queste multinazionali, basti pensare soltanto che da un chilo di succo concentrato a 60 Brix si ottengono 6 litri di succo naturale, che consentono di produrre circa 50 litri di bibita contenenti il 12 per cento di succo d’arancia, ovvero un litro di aranciata al 12 per cento di succo naturale contiene tre centesimi di arance ed e’ venduta mediamente ad oltre un euro al litro; un euro e’ il costo di un litro di bibita, che contiene solo 3 centesimi di arance; pagando le arance 10 centesimi, cosi’ come sa bene il sottosegretario Gentile, il costo per la sola raccolta e’ di 6 centesimi e in un litro di aranciata ci sarebbero cinque centesimi di arance. Dunque, il governo si attivi per rendere pienamente efficace le norme della legge europea 2013. Si tratta di una scelta di campo – conclude Nicodemo Oliverio – per la tutela della salute dei cittadini e per la valorizzazione delle nostre migliori produzioni”.