‘Ndrangheta: omicidio a Crotone, condanna confermata in appello

appello
Catanzaro – Per la seconda volta la Corte d’assise d’appello di Catanzaro ha confermato la condanna a 24 anni e 2 mesi di reclusione a carico di Andrea Corrado, crotonese di 23 anni, imputato per l’omicidio del 27enne Giuseppe Cavallo, ucciso il pomeriggio del 25 marzo 2008 nella frazione Papanice di Crotone. La pronuncia e’ arrivata oggi al termine del nuovo giudizio d’appello celebrato dopo che la Corte di cassazione, su ricorso della difesa di Corrado, ha annullato la precedente sentenza con cui i giudici catanzaresi, l’11 luglio del 2012, avevano gia’ confermato la decisione dei colleghi di primo grado, rinviando gli atti a Catanzaro per un nuovo processo d’appello nel quale si tenesse conto di ulteriori elementi proposti dalla difesa (affidata a Sergio Rotundo).
Il nuovo procedimento si e’ concluso oggi di fronte a una Corte in diversa composizione rispetto a quella che si era pronunciata nel 2012, che tuttavia e’ giunta alla medesima conclusione: conferma della sentenza di primo grado emessa il 20 dicembre 2010 dalla Corte d’assise di Catanzaro, che condanno’ inoltre l’imputato a risarcire alle parti civili i danni, da liquidarsi in altra sede, riconoscendo intanto provvisionali da 100.000 euro ciascuno a moglie e figlio di Cavallo, e da 50.000 euro ciascuno a padre e madre della stessa vittima. Corrado e’ stato chiamato a rispondere di quell’omicidio che, secondo la tesi della Procura, avvenne in risposta all’agguato, avvenuto solo due giorni prima, nel quale fu assassinato il presunto boss Luca Megna e rimasero ferite la moglie e la figlioletta di appena 5 anni di quest’ultimo. Cavallo, infatti, era il marito di Rosa Russelli, cugina del presunto boss Leo Russelli, ritenuto dagli inquirenti a capo del clan che a Papanice si era schierato contro i Megna. A indicare Corrado come autore del delitto, nonche’ del tentato omicidio della moglie e del figlio di 3 anni di Cavallo che al momento dell’agguato si trovavano in auto con lui, sono stati la sorella della vittima, Marina Cavallo, presente sul luogo teatro dei fatti, ma anche i collaboratori di giustizia Luigi Bonaventura e Vincenzo Marino.
Anche e soprattutto sulla scorta delle loro dichiarazioni l’allora sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Sandro Dolce, a seguito delle indagini della Squadra mobile di Crotone, e’ giunto a collocare la figura di Corrado nella cosca capeggiata da Luca Megna, in contrasto con quella guidata da Leo Russelli, nonche’ ad identificarlo come il presunto autore dell’omicidio di Cavallo.