Perseo: Rosanna Notarianni candidata alle comunali del 2005

udienza24marzo
di Stefania Cugnetto e Claudia Strangis

– Lamezia Terme – Le elezioni comunali negli ultimi anni hanno subito l’influenza delle cosche? Una domanda semplice ed alla quale ha dato una risposta uno dei tanti pentiti di ‘ndrangheta che in questi ultimi anni che con le loro dichiarazioni hanno smantellato una delle cosche più potenti di Lamezia i “Giampa”. A svelare questo intreccio politico mafioso questa volta è stato Giuseppe Angotti che nella fase del contro esame nell’udienza odierna del processo “Perseo” che si sta celebrando al Tribunale di Lamezia ha parlato di elezioni amministrative. Solo poche settimane fa, la pubblicazione di un articolo su Lameziaoggi.it, che poneva l’attenzione sulle possibili infiltrazioni ‘ndranghetiste in seno al consiglio comunale, aveva fatto scalpore tra l’opinione pubblica lametina. Oggi in aula, durante il controesame di Giuseppe Angotti, primo collaboratore della cosca “Giampà”, si è parlato anche della candidatura, alle elezioni amministrative del 2005, di sua moglie Rosanna Notarianni.

Perseo_0301

La donna, collaboratrice di giustizia dal 2010, fa parte della “famiglia Notarianni” e, anche grazie alle sue dichiarazioni, è stato possibile arrestare i suoi fratelli. Il fatto che, oggi in aula, Angotti abbia confermato la candidatura della moglie alle comunali del 2005, avvalora la tesi che ci siano dei “rappresentanti” delle ‘ndrine locali in politica. Una commistione che è stata più volte raccontata da vari collaboratori e, in particolare, dall’ex boss Giuseppe Giampà, che sia nelle dichiarazioni fatte davanti ai magistrati della DDA, che in aula durante il processo Perseo, ha confermato come più parti politiche abbiano chiesto, negli anni, il sostegno della cosca. Angotti, rispondendo alle domande dell’avvocato Aldo Ferraro in difesa di Giuseppe Notarianni, ha confermato quindi che sua moglie Rosanna era stata candidata al consiglio comunale di Lamezia. L’avvocato Ferraro è stato l’unico legale a sostenere il controesame di Angotti, soffermandosi su alcuni episodi specifici che non l’avrebbero convinto durante la deposizione del collaboratore nella scorsa udienza. Ferraro ha fatto riferimento ad una presunta estorsione nei confronti dell’imprenditore Chirico, presentato ad Angotti dal cognato Giuseppe e da Pasquale Giampà detto “boccaccio”.

Perseo_0332

Ciò sarebbe avvenuto in due diverse occasioni: la prima nel 1991 quando Angotti prelevò materiale edile dalla ditta senza pagare, per intercessione del cognato Giuseppe; mentre la seconda, nel 2006, quando Angotti e sua moglie stavano costruendo la loro nuova casa, lontana da quella in contrada Lagani, dove viveva tutta la “famiglia Notarianni”. Ferraro si è concentrato su questo episodio in particolare per chiarire la posizione di Giuseppe Notarianni, poiché il pentito, nei verbali, parlò di una proposta avanzatagli da Aldo Notarianni, che egli rifiutò. Secondo Angotti, infatti, i cognati gli proposero di dare 10 mila euro ad Aldo per prelevare poi 50 mila euro di prodotti alla “EdilChirico”. Il pentito ha chiarito che, in quell’occasione, la proposta gli fu fatta da Aldo Notarianni ma che tutti i fratelli della moglie ne fossero a conoscenza e che, comunque, lui rifiutò il trattamento di favore, contrariamente a quanto avvenne nel 1991.

Perseo_0288

L’avvocato Ferraro ha chiesto, poi, al collaboratore di chiarire la vicenda della transizione di denaro sul suo conto corrente bancario. Una richiesta avanzatagli da Giuseppe Notarianni che lo avrebbe aiutato ad aprire un conto presso una banca locale. Ciò che non ha convinto l’avvocato della difesa è che il pentito non fosse a conoscenza della provenienza dei soldi che sarebbero dovuti transitare sul suo conto e per i quali avrebbe dovuto ottenere una percentuale del 10%. Nella parte finale del controesame, il difensore si è concentrato sul rapporto tra Angotti e sua moglie Rosanna Notarianni, chiedendogli come mai ci fossero delle denunce presentate dalla moglie contro di lui per minacce e violenze in famiglia. Angotti ha specificato che, dietro quelle denunce, ci fossero le pressioni di tutta la “famiglia Notarianni”, che avrebbe costretto sua moglie Rosanna ad accusarlo.

Perseo_0304

Questione chiarita poi anche dal pubblico ministero Elio Romano che ha fatto notare al collegio giudicante, presieduto dal giudice Carlo Fontanazza, come la Notarianni, in uno dei primi verbali di dichiarazione, smentì le accuse mosse al marito, ritrattandole. Giuseppe Angotti, riferendosi a questo episodio, ha affermato che “in una famiglia di ‘ndrangheta non ci può essere un “mpamu” e per questo i miei cognati hanno attivato la macchina del fango”. Ad inizio udienza il collaboratore, inoltre, ha fatto presente al Tribunale di alcuni timori, espressi da sua moglie Rosanna, dovuti ad alcuni presunti gesti di intimidazione compiuti dai fratelli presenti in aula durante la sua deposizione. Gesti che, anche lo stesso Angotti, ha affermato di aver notato e che, secondo lui, sono inequivocabilmente “gesti di ‘ndrangheta”. Concluso il controesame di Angotti, nella prossima udienza di venerdì, il pubblico ministero Elio Romano ha chiamato a testimoniare il collaboratore di giustizia Guglielmo Capo.