– Lamezia Terme – Dopo il rinvio a giudizio, deciso dal Gup di Catanzaro Giuseppe Perri lo scorso ottobre, oggi si è tenuta la prima udienza del processo a carico di Gianpaolo Bevilacqua, l’ex vice presidente della Sacal (la società di gestione dell’aeroporto di Lamezia), ex consigliere provinciale ed allora esponente politico del Pdl finito nell’inchiesta “Perseo” contro la cosca Giampà perché, secondo l’accusa, “avrebbe fornito un concreto, consapevole e volontario contributo di natura materiale e morale ai componenti delle famiglie Notarianni e Giampà”. Era stato il pubblico ministero Elio Romano a chiedere ed ottenere, nel processo in corso a Catanzaro, per Bevilacqua, accusato di estorsione e di concorso esterno in associazione mafiosa assieme ad altri indagati e noti professionisti, il rinvio a giudizio, spiegando che la posizione del politico era stata già abbondantemente descritta nell’ordinanza denominata “Perseo” e che la sua rimessa in libertà, su decisione del Tribunale del Riesame di Catanzaro, era stata definita “per mancanza di esigenze cautelari ritenendo comunque valido l’intero impianto accusatorio” nei suoi confronti e ribadendo “i gravi indizi di colpevolezza che anche la Cassazione aveva confermato”. L’ex esponente politico, pertanto, sarà giudicato al Tribunale di Lamezia, davanti al collegio presieduto dal giudice Carlo Fontanazza e a latere dai giudici Francesco Aragona e Tania Monetti. Oggi i difensori dell’imputato, gli avvocati Francesco Gambardella e Paolo Mascaro, hanno chiesto nuovamente il giudizio abbreviato condizionato per il loro assistito. Richiesta, questa, che era stata rigettata dal Gup di Catanzaro ad ottobre e sulla quale si riserverà di decidere il collegio giudicante nella prossima udienza del 29 maggio. L’istanza degli avvocati consiste nell’esame del titolare del negozio di articoli sportivi dove si sarebbe presentato Bevilacqua e dal quale avrebbe preteso la consegna di alcune tute a titolo gratuito.
