Omicidio Ciriaco: il pm chiede l’ergastolo per i tre imputati

Tommaso Anello, Vincenzino Fruci e Giuseppe Fruci

Tommaso Anello, Vincenzino Fruci e Giuseppe Fruci

Lamezia Terme – Chiesto l’ergastolo per tutti gli imputati dell’omicidio dell’avvocato Torquato Ciriaco. Il pm Elio Romano ha infatti chiesto la massima pena per i tre responsabili dell’uccisione avvenuta a Maida il primo marzo del 2002: si tratta di Tommaso Anello, 51 anni, ritenuto il boss dell’omonima cosca della ‘ndrangheta; Giuseppe e Vincenzino Fruci, di 46 e 39 anni. Secondo l’accusa Ciriaco fu ucciso perché voleva acquistare una azienda edile che la cosca Anello voleva finisse ad un imprenditore già sottoposto ad estorsione. L’udienza, che si sta svolgendo davanti al Gup di z Catanzaro Commodaro, è stata poi rinviata a fine maggio per la discussione degli avvocati difendersi degli imputati.

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La Dda di Catanzaro è riuscita a ricostruire il movente e le modalità dell’omicidio attraverso una serie di dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia e dalla testimonianza di alcune persone acquisite nel corso delle indagini. Proprio il collaboratore di giustizia era stato incaricato dalla cosca Anello di individuare le abitudini della vittima. Il pentito, infatti, aveva svolto una serie di appostamenti nei pressi dell’abitazione e del luogo di lavoro dell’avvocato Ciriaco. Le dichiarazioni rese agli inquirenti hanno trovato una serie di riscontri. La Dda di Catanzaro, inoltre, è riuscita a ricostruire, oltre alla dinamica ed al movente del delitto, anche la pianificazione dell’omicidio, la distribuzione dei singoli ruoli e le fasi relative alla eliminazione delle tracce. L’esecuzione dell`avvocato sarebbe stata quindi opera del clan di Filadelfia che estende la sua zona di competenza fino all`Angitola, al confine con il territorio delle cosche lametine.