Processo Perseo: Pasquale millelire tra i possibili testimoni

perseo-appello-millelireLamezia Terme – Pasquale Giampà  “Millelire”, l’ultimo dei pentiti della ‘ndrangheta lametina, potrebbe diventare, uno dei principali protagonisti del processo di appello “Perseo”, se verrà accettata la richiesta avanzata questa mattina dal procuratore generale presso la Corte d’Assisi d’Appello di Catanzaro nel corso della prima udienza del dibattimento processuale. Questa mattina, infatti, ha avuto inizio davanti alla Corte di Assise di Appello di Catanzaro il processo di secondo grado dell’operazione Perseo, celebrato con le forme del giudizio abbreviato, deciso in primo grado dal Giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Giuseppe Perri. Dopo la costituzione delle parti nei confronti dei 46 imputati, ha preso la parola il Procuratore Generale, che ha subito chiesto una rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, nonostante si sia proceduto con rito abbreviato, per acquisire le ultime dichiarazioni rese dai fratelli Pasquale e Giuseppe Catroppa, divenuti collaboratori di giustizia dopo l’inizio del processo di primo grado, nonché copia del dispositivo della sentenza resa dal Tribunale collegiale di Lamezia Terme nei confronti degli imputati che, sempre nell’operazione Perseo, sono stati giudicati e condannati con rito ordinario.
Il Procuratore generale ha poi chiesto di sentire il nuovo collaboratore di giustizia Giampà Pasquale “Mille Lire”, a fronte della sua recente decisione di intraprendere una collaborazione con la giustizia, depositando a tal proposito i verbali di interrogatorio dallo stesso resi in data 5, 6, 16, 19 e 20 aprile 2016 al fine di dimostrare la rilevanza di tali dichiarazioni rispetto alla decisione che la Corte di Assise di Appello dovrà prendere.
Sono poi intervenuti i difensori degli imputati, tra cui l’Avvocato Francesco Gambardella, Salvatore Staiano, Aldo Ferraro, Francesco Pagliuso, Renzo Andricciola, Pino Spinelli, Lucio Canzoniere, per contestare l’inammissibilità di tali richieste di integrazione probatoria eccependo innanzitutto la genericità di tale richiesta, non essendo stati individuati i singoli fatti e i singoli imputati nei cui confronti tali integrazioni dovranno avvenire, contestando comunque l’incompatibilità tra tali nuove prove e la natura stessa del rito abbreviato, nel quale gli imputati hanno rinunciato all’acquisizione delle prove nel contraddittorio tra le parti, e che oggi se le ritroverebbero lo stesso nei loro confronti. La Corte ha nel frattempo deciso di rinviare la valutazione di tali richieste al momento in cui sarà valutato il merito delle impugnazioni, concedendo alle parti un termine per visionare tali verbali di interrogatorio del nuovo collaboratore di giustizia. Il processo è stato quindi rinviato al 3 maggio, per la relazione e la requisitoria del Procuratore Generale, e per calendarizzare le discussioni dei difensori degli imputati.