Processo on the road: rimesso in libertà Vasyl Koval

operazione-onthe-roadLamezia Terme – Vasyl Koval, cittadino ucraino da anni residente a Maida, accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso oltre a estorsione pluriaggravata dall’articolo 7, finito nella famosa operazione “On the road”, il blitz, portato a termine il 15 giugno del 2011 dalla Squadra mobile di Catanzaro, contro una presunta associazione mafiosa italo-ucraina operante tra Catanzaro e Lamezia Terme, finalizzata all’estorsione mediante minacce e attentati ai danni di connazionali, è stato rimesso in libertà in attesa della sentenza del processo. Il Tribunale collegiale di Catanzaro, infatti, accogliendo l’istanza dei suoi legali di fiducia gli avvocati, Domenico Folino e Diego Brancia, ha revocato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Koval, detenuto dal 24 aprile del 2013, è indicato dal collaboratore di giustizia Matteo Vescio come l’esecutore materiale di molteplici estorsioni che si sono verificate dal 2005 al 2010, nei confronti di alcuni autisti di Bus in partenza ed in arrivo dai Paesi dell’Est verso Lamezia e Catanzaro.
Nell’udienza del 12 aprile scorso gli avvocati Folino, del Foro di Lamezia e Brancia, del Foro di Vibo Valentia), difensori di Koval, dopo la requisitoria del pubblico ministero che aveva avanzato una richiesta di pena pari a 13 anni di reclusione, hanno depositato in Cancelleria una richiesta di rimessione del procedimento alla Corte Suprema di Cassazione per legittimo sospetto, chiedendo al Tribunale di Sospendere il dibattimento in attesa della decisione.
Il legittimo sospetto, secondo la Difesa, si “sarebbe fondato sulle dichiarazioni del Presidente della Commissione Parlamentare antimafia in visita in Calabria, tali da condizionare la decisione del Collegio catanzarese, attesa la promessa dell’onorevole Bindi di una legge speciale per la Calabria al fine di rispondere alla recrudescenza criminalità della Mafia locale”. I due legali inoltre precisano che “in data 24.04.2016 sarebbero decorsi i termini durata massima della custodia cautelare (pari a tre anni) e che, comunque, la difesa nel chiedere la sospensione del dibattimento, aveva anche avanzato istanza di revoca della misura a cui il Koval dal 24.04.13 era sottoposto, senza che fosse mai intervenuta la sentenza di primo grado”. Il Tribunale ha rinviato la sentenza al 12 maggio prossimo, revocando la misura cautelare personale.
Il collaboratore di Giustizia Vescio Matteo, principale accusatore perché chiamate in reità del Koval è stato condannato con pena passata in giudicato per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso e per le estorsioni aggravate .