“E’ un dibattito che si consuma da anni, quello sul rapporto Catanzaro-Lamezia. Un dibattito che ha sempre avuto, in molti casi, un’impronta unilaterale per via della scarsa attenzione nei confronti della terza città della Calabria. Oggi, si parla di Area Vasta e nuove opportunità, anche per via dell’abolizione delle Province. Ebbene, non ci sono dubbi che siamo di fronte ad un’altra occasione, forse l’ultima, per cercare di rilanciare il territorio lametino”. A parlare così, Pasquale Scaramuzzino, portavoce del Movimento Labor Lamezia. “L’idea che noi abbiamo – prosegue l’esponente che fa capo al Movimento del candidato a sindaco, Pasqualino Ruberto – è che occorre ponderare bene l’opportunità di poter dialogare con Catanzaro su un livello di pari dignità, cercando di varare la cosiddetta area urbana ma, nel pieno rispetto delle singole peculiarità. Lamezia, ha un ruolo guida a livello regionale per ciò che comporta le infrastrutture viarie e questo fa si che lo sviluppo in senso complessivo passi necessariamente da queste parti. Per Catanzaro, riconosciuto il ruolo istituzionale regionale, vi è la necessità a nostro avviso di definire nuovi progetti legati anche qui alle specificità territoriale del resto del territorio affacciato sullo Ionio. Un asse dunque, inclusivo di sviluppo industriale e turistico, che possa ridisegnare l’assetto complessivo dell’Istmo. E’ evidente in questo contesto, che tutto ciò dovrà tenere bene in conto quanto previsto nei Psc della due principali città. E in questi senso la nuova Amministrazione comunale di Lamezia avrà il compito di sopperire a tutto il tempo sprecato dall’attuale Giunta di centrosinistra. Occorre una politica lungimirante che sappia guardare più in là e che sappia dare seguito a quanto fino ad oggi non è stato fatto. Tuttavia – aggiunge Scaramuzzino – appare chiaro anche quale dovrebbe essere il ruolo della Regione: quello di comprendere l’importanza dell’area centrale calabrese e quindi istituire un Tavolo di confronto chiamando a raccolta gli attori principali: le Amministrazioni comunali e la Regione, in primis. Insieme, per comprendere le opportunità derivanti dalla programmazione comunitaria al fine di rilanciare lo sviluppo economico in modo sinergico. Si tratta di convogliare gli sforzi e legare i territori ma nel rispetto reciproco e per il bene complessivo”.