Lamezia L’Uniter di Lamezia Terme, presieduta da Italo Leone, ha voluto ricordare la figura del notaio lametino Gennaro Anania dedicandogli i Preludi di Fryderyk Chopin, essendo l’illustre lametino non solo socio fondatore dell’Università della Terza Età, ma anche un appassionato di musica classica e dei suoi più grandi compositori tra cui Chopin. Il notaio Anania , tra l’altro, aveva dato un valido contributo culturale e sociale per la sua partecipazione attiva all’Università della Terza Età. Alla professoressa Chiara Macrì è stato affidato il compito di relazionare sui Preludi di Chopin mettendone in luce soprattutto i passaggi significativi e il loro aspetto innovativo, facendone ascoltare alcuni dal vivo. Prima di iniziare, però, Chiara Macrì ha confessato di essere rimasta affascinata dalla “conoscenza infinita” che il notaio Anania, conosciuto durante un incontro su Chopin, organizzato dalla Fidapa, possedeva del musicista polacco al quale si accostava per “la sua ansia di infinito contrapposta alla finitezza umana. Commentando poi, con dovizie di particolari, i Preludi di Chopin, una raccolta di 24 composizioni per pianoforte, ha spiegato che essi possono essere eseguiti e analizzati come piccole opere a sé stanti nonostante il termine preludio sia abitualmente utilizzato , all’interno del sistema occidentale, per indicare una composizione con il compito di introdurne un’altra più lunga ed articolata. La professoressa Macrì ha approfondito soprattutto, la storia dei Preludi, imperniati sull’amata Polonia e composti per la maggior parte durante il soggiorno di Chopin presso Valdemosa, una località vicina a Palma di Maiorca, dove egli si era recato insieme alla sua compagna George Sand per motivi di salute. La coppia, infatti, era alla ricerca di un clima salutare, rispetto alla piovosa Parigi, per tentare di contrastare la tubercolosi polmonare di cui il compositore soffriva e che lo avrebbe condotto alla morte nel 1849. Al termine della dissertazione, il dottore Gianni Caruso ha portato ai numerosi presenti una sua testimonianza sulla dimensione civile e politica del notaio Anania riferita in particolare ad un suo colloquio sulla libertà. “Noi – gli aveva dichiarato il notaio Anania – l’abbiamo fin dalla nascita, però dopo dobbiamo conquistarla e, se non la riempiamo di contenuti, finisce di trasformarsi in una gabbia». La serata è stata completata con un intermezzo musicale durante il quale il soprano Claudia Andolfi, accompagnato all’arpa dalla musicista Paola Testa, ha eseguito le arie “Ombra mai fu” di Gorge Frederic Haendel, “Orfeo ed Euridice” di Christoph Gluck, “ Se tu m’ami, se sospiri” di Giovanni Pergolesi.
Lina Latelli Nucifero