Lamezia: manifestazione pro riapertura carcere

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di Claudia Strangis
– Lamezia Terme – E’ stata una mattinata di mobilitazione, quella di stamattina, perché il “Comitato per la riapertura del carcere di Lamezia” ha organizzato un sit in davanti la casa circondariale per protestare contro la sua chiusura definitiva. Ad un anno dal trasferimento dei detenuti in altre sedi e della maggior parte delle guardie penitenziarie nel nuovo padiglione del carcere di Siano, con quello che in molti hanno definito un vero e proprio blitz, avvenuto un giorno dopo l’inaugurazione in pompa magna dello “Sportello Lavoro per detenuti”, non sembra muoversi foglia e anzi, la possibilità di trasferire gli uffici amministrativi del Provveditorato regionale da Catanzaro non è stata ancora concretizzata. Il Comitato chiede, come ha fatto più volte nel corso dell’anno, la riapertura del carcere lametino come presidio di legalità e giustizia in una città che, con il suo bacino di 130 mila abitanti, necessita, anche per la consapevolezza di essere un territorio fortemente legato alla criminalità organizzata, di una struttura attiva e un presidio di polizia penitenziaria attivi sul territorio.

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Diverse le autorità presenti, oltre ai candidati alla carica di sindaco nelle prossime amministrative, anche il primo cittadino Gianni Speranza, che ha parlato di “situazione Kafkiana” e ha auspicato che si cominci a fare qualcosa di concreto e che il Governo sappia che “questo silenzio sul carcere di Lamezia è inaccettabile” e il consigliere regionale dei Democratici Progressisti, Arturo Bova, che proprio ieri ha presentato una apposita mozione al Consiglio Regionale della Calabria affinché “il Governo nazionale disponga l’immediata riapertura della casa circondariale di Lamezia Terme/Nicastro assicurandole piena e migliore funzionalità”.

Damiano Bellucci Sappe

Damiano Bellucci Sappe

Il rappresentante del sindacato Sappe, Damiano Bellucci, ha spiegato che la priorità è quella di “tutelare gli interessi personali del personale e in particolare di quello lametino”. Inspiegabile, poi, secondo il sindacalista, come sia possibile che un territorio come quello lametino, dove è presente un Tribunale attivo, sia sprovvisto di un istituto penitenziario. Il problema, per Bellucci, è da ricercare anche nella politica perché “Lamezia non è stata giustamente attenzionata”. “Sarebbe stato più opportuno – ha continuato – la costruzione di un nuovo istituto così come è avvenuto in altre città calabresi quali Palmi, Castrovillari, Rossano e Vibo”. “Come sindacato autonomo – ha ribadito – abbiamo interagito con il mondo politico per il recupero di fondi per la costruzione di un nuovo carcere a Lamezia”. “La priorità in questo momento – ha poi concluso – è tenere alta l’attenzione, far lavorare questa struttura perché se chiudesse si perderebbe la base per costruire e questo sarebbe un controsenso”.

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Quella di stamattina, come hanno più volte ribadito i rappresentanti del Comitato, non sarà l’unica e il loro appello si rivolge a tutta la classe politica lametina ed i sindacati che sposano la riapertura del carcere lametino, affinché si siedano a breve termine, ad un tavolo di contrattazione per decidere assieme e “fare fronte comune per arrivare all’immancabile e necessaria riapertura della casa circondariale di Lamezia Terme quale presidio per la città e per i cittadini, di legalità e giustizia”.