Lamezia: intervista di “Cantiere Laboratorio” a Irina Vikhoreva

Irina_Vikhoreva

Irina_Vikhoreva

Lamezia Terme – L’associazione “Cantiere Laboratorio” ha intervistato Irina Vikhoreva, presidente dell’associazione Italo-Russa “Speranza” sulla guerra nel Donbass. L’argomento dell’intervista è la guerra nella regione ucraina del Donbass e che ha finora provocato oltre 5mila morti, migliaia di feriti e un milione di profughi. Per raccontare la storia della sua terra e il dramma del suo popolo, la dottoressa Irina Vikhoreva, nativa di Donetsk, nel sud-est dell’Ucraina e Presidente dell’Associazione Culturale Italo-Russa “Speranza”, ha partecipato ad un incontro a Catanzaro organizzato dalla comunità militante “AlPoCat”. Il Presidente di “Cantiere Laboratorio”, l’ha incontrata nei giorni scorsi all’aeroporto di Lamezia Terme e le ha posto alcune domande.
Di seguito l’intervista integrale:
D – Irina ci spieghi cosa fa la sua Associazione.
R – Dopo gli eventi del febbraio 2014 a Kiev, il 2 maggio 2014 a Odessa e i bombardamenti di Donetsk e a partire dal 26 maggio 2014, i russofoni dell’ex URSS, presenti in Italia hanno deciso di di organizzarsi in un’unica associazione volta ad aiutare, principalmente, i propri connazionali nelle zone di guerra e di promuovere, tramite manifestazioni pubbliche, conferenze, incontri, per far conoscere la reale situazione della regione del Donbass. Abbiamo rappresentanti in varie città italiane quali Roma, Venezia, Torino, Treviso. Spediamo aiuti umanitari alle regioni di Donetsk e Lugansk.
D – Quali sono stati i provvedimenti che il Governo ucraino ha preso nei confronti della popolazione a seguito del Referendum per l’Indipendenza?
R – Da quando a Kiev ebbe luogo il Colpo di Stato, armato, manovrato e sponsorizzato dagli Stati Uniti, la popolazione del Donbass si è opposta alla dittatura della giunta di Kiev, e si è dichiarata, attraverso un referendum popolare, l’11 maggio 2014, in Repubbliche Indipendenti. Lo stesso governo ucraino ha imposto l’uso di un’unica lingua nazionale, l’ucraino, anche nelle regioni con il 90% di abitanti russofoni promuovendo azioni violente al fine di cancellare il passato storico del Paese; ha approvato l’abbattimento di numerosi monumenti del patrimonio culturale e storico; ha rifiutato il Federalismo alle due regioni considerando il loro operato come atto “terroristico” e mandando l’esercito regolare affiancato da milizie paramilitari per uccidere i propri concittadini solo perchè appartenenti ad etnia diversa.
D – Qual è l’attuale situazione e cosa si può fare per aiutare la popolazione civile?
R – Ad un anno dall’inizio del conflitto nel Donbass si contano oltre 6mila civili morti tra cui molte donne e bambini. Kiev sta attuando un blocco economico ed alimentare nelle zone interessate, da un anno non vengono pagati ne stipendi, ne pensioni ai cittadini ucraini rimasti nelle regioni, ha bandito l’istruzione e l’ha dichiarata non valida. Insieme all’Associazione “Save Donbass” sto effettuando un giro per l’Italia con lo scopo di diffondere e far conoscere la tragica situazione nel Donbass e cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica italiana al fine di comprendere quanto la degenerazione del conflitto in corso possa interessare una più vasta area se non addirittura dar luogo ad una vera e propria guerra mondiale.A tutti coloro che vogliono manifestare una concreta solidarietà chiediamo di aiutare la popolazione civile stremata, sia con donazioni ed offerte in denaro, sia attraverso viveri, medicinali ed abbigliamento che verranno poi distribuiti attraverso le associazioni “Save Donbass”, “Speranza” e il “Coordinamento Solidale con il Donbass” che hanno i propri rappresentanti nelle zone del conflitto.
D – Quale impegno sta svolgendo Lei e l’Associazione che presiede?
R – L’Associazione “Speranza” sta crescendo, abbiamo anche dei contatti con varie città del Sud Italia ad iniziare da Napoli. Tra non molto è prevista la proiezione di un documentario in Sicilia e Sardegna. Personalmente ho compiuto tre viaggi nelle zone di guerra : il primo ad agosto 2014 portando aiuti umanitari ai campi profughi di Rostov e Taganzog; il secondo a gennaio del 2015 presso il Battaglione dei Cosacchi di Platov sotto il comando di Pavel Bremov e producendo il documentario “Parvomajsk”; il terzo il mese scorso a Donetsk dove ho girato un nuovo documentario con interviste alla popolazione civile ed ai resistenti.