Lamezia: messa in ricordo di Aversa e Precenzano

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-di Stefania Cugnetto Lamezia Terme – Con una solenne messa è stata ricordata, questo pomeriggio nella cattedrale di Lamezia Terme, l’uccisione del sovrintendente di polizia Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, uccisi il 4 gennaio del 1992 in un agguato mafioso, in via dei Campioni. L’omicidio sconvolse la città calabrese che si mobilitò contro la violenza della criminalità organizzata. Ed in venticinquemila il sette gennaio, tre giorni dopo il barbaro assassinio,  parteciperanno alla fiaccolata in solidarietà alla famiglia Aversa, ma anche per gridare no alla “violenza mafiosa”. E’ quel sette gennaio di 24 anni fa il silenzio e la luce delle fiaccole furono l’espressione di un fiume umano che percorse le vie cittadine. Un corteo carico di tensione e di energia positiva. E’ quella stessa energia la si è colta oggi, durante la cerimonia funebre in ricordo dei coniugi Aversa, sui volti dei poliziotti, quegli stessi che 24 anni fa per le vie di Lamezia striscione-aversasfilarono con uno striscione sul quale era scritto: “la polizia con i cittadini. I cittadini con la polizia contro mafia, camorra e ‘ndrangheta”. Alla cerimonia funebre hanno presenziato le autorità civili e militari locali ed i tre figli Walter, Paolo e Giulia. Subito dopo la cerimonia religiosa sono state deposte delle corone di alloro sulla lapide posta su corso Numistrano che ricorda il barbaro assassinio dei coniugi Aversa. La cerimonia religiosa è stata officiata dal vescovo della Diocesi di Lamezia,monsignore Luigi Cantafora, che durante l’omelia, nel ricordare la tragica morte dei coniugi Aversa, ha definito la loro scomparsa “un sacrificio che ricorda a tutti noi che il male esiste e va combattuto”. Un invito all’impegno e all’azione è stato rivolto dal Vescovo, “dobbiamo sentirci uniti non solo nel dolore cerimonia-aversa-040115-04ma anche nell’impegno”. Il Vescovo ha più volte sottolineato la missione che ognuno di noi deve portare avanti: “essere operatori di pace e di giustizia nei vari ambiti e nel nostro operare quotidiano”. “In questo particolare clima natalizio, ha detto Cantafora, dobbiamo accogliere Dio e combattere il male e la violenza in tutte le sue forme”. La cerimonia religiosa si è conclusa con la lettura della preghiera del Poliziotto. A porgere i saluti anche il questore di Catanzaro, Giuseppe Racca, che ha affermato: “ricordare la perdita di questi due eroi ci sprona a fare del nostro meglio” ed ha concluso, “sono vicino ai figli del sovraintendente che sono anche loro degli eroi, come tutti i nostri familiari che ci stanno vicini nel nostro duro lavoro”. cerimonia-aversa-040115-01Presenti le più alte cariche politiche della città, il sindaco Paolo Mascaro e il presidente del consiglio Francesco De Sarro; le alte cariche delle forze dell’ordine, il dirigente del commissariato di Lamezia, Giuseppe Borrelli e il Prefetto di Catanzaro, Luisa Latella. Una cerimonia che ha mostrato quanto ancora,  a distanza di più di vent’anni, il ricordo di quel tragico giorno sia ancora impresso nelle menti dei cittadini e delle forze dell’ordine. L’epilogo dell’assassinio di Salvatore Aversa e sua moglie arrivò solo nel 2001, quando due pentiti della sacra corona unita, Salvatore Chirico e Stefano Speciale, si autoaccusarono di essere gli autori materiali dell’agguato omicidiario. Insieme a due collaboratori di giustizia furono cerimonia-aversa-040115-02condannati a 18 anni Cosimo Damiano Serra, accusato di aver partecipato all’organizzazione, e all’ergastolo Antonio Giorgi, che avrebbe dato incaricato a Speciale e Chirico di mettersi a disposizione delle cosche lametine per perseguire l’assassinio del sovrintendente e della moglie. Pasquale Cerra e Francesco Torcasio, accusati di essere stati i mandanti del duplice omicidio, furono assolti. Fra gli altri furono assolti dalla Corte di Assisi di Catanzaro, nell’aprile 2000,  Vincenzo e Giovanni Torcasio (ucciso nel settembre del 2000), Nino Cerra  e Francesco Giampà, indicati anche loro come i mandanti del delitto di via dei Campioni. A distanza di 24 anni, nonostante alcune verità processuali, non è stato ancora definitivamente accertato chi siano stati i veri mandanti del duplice omicidio Aversa.

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