Lamezia: Comitato riapriamo il carcere, più Stato

carcere-lamezia-02-06Lamezia Terme – “I silenzi sono sempre assordanti perché nel momento in cui si infrangono colpiscono con la ferocia della mano più spietata. Mano fredda e sanguinaria mossa da fila oscure che tramano nel cuore di una città sopita, illusa da una calcolata assenza che ricompare con la lucidità di sempre e colpisce dentro le mura domestiche privando la famiglia di un padre, il Foro di uno stimato professionista, la città di un figlio che aveva davanti a sé un futuro brillante, ricco di impegno sociale”. Lo scrive in un comunicato il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia, che prosegue: “Davanti a quella che appare un’esecuzione in piena regola, la vita spezzata dell’avvocato Francesco Pagliuso ci pone e ripropone con brutalità i poteri equivoci e ambigui ai quali la città di Lamezia Terme è da troppo tempo assoggettata, questo anche e purtroppo con il beneplacito di una politica nazionale accomodante e volutamente se non addirittura misuratamente assente”.

Per il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia “quando le maglie della giustizia e della legalità si dilatono si concede con consapevolezza lo spazio per colpire facendo “ripiombare la città all’epoca dei suoi anni più bui”, così come afferma il primo cittadino Paolo Mascaro che insieme a questo Comitato aveva cercato di sensibilizzare la politica centrale a favore del ripristino di un presidio di legalità quale il carcere cittadino. Ora – prosegue la nota – anche il Presidente del Tribunale e il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati chiedono la massima attenzione da parte del governo Renzi nei confronti della terza città della Calabria”.
Ma , sostiene il Comitato, “nel momento in cui vengono tolti mezzi e uomini in una città focolaio di consorterie mafiose e potenti associazioni criminali viene meno l’opera di chi deve garantire lo stato di legalità di un’intera comunità e il ridimensionamento di presidi di giustizia in contesti territoriali a così alto rischio non può valere la vita anche di una sola singola persona”.
Il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia ritiene che “la presenza dello Stato costituisce un dato imprescindibile che supporti con fermezza e rigore l’opera di tutte le forze di Polizia e un segnale forte sia dato rivedendo anche determinate scelte che hanno creato nella realtà lametina falle e sintomi di assenza dello Stato in quella che deve essere la sua massima prerogativa in ordine alla difesa e alla tutela della collettività. Quindi – prosegue il Comitato – se ancora la cittadinanza e questo stesso Comitato non hanno capito la scelta di sopprimere un carcere laddove lo stesso filtrava tutta l’opera delle altre forze dell’ordine e del locale Tribunale, e se ancora non si comprendano le motivazioni che ne impediscano una sua necessaria riapertura, tanto più ci appare incomprensibile la scelta di voler portare avanti a tutti i costi il trasferimento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria che a nulla serve alle esigenze di lotta costante e incisiva – conclude – allo strapotere delinquenziale che in questa città colpisce senza pietà onesti cittadini, associazioni di volontariato e leali imprenditori”.