Quattro mesi di silenzio, quattro mesi senza Francesco Pagliuso

Pagliuso-Avvocato-09-10Lamezia Terme – Non c’è ancora un finale nella storia dell’Avvocato Francesco Pagliuso, il penalista lametino, che il 9 agosto scorso fu assassinato con tre colpi di pistola all’interno della sua auto nel giardino di Casa intorno alle 22.30. Il suo corpo privo di vita fu ritrovato intorno alle tre del mattino successivo. Un fatto di cronaca che ha sconvolto non solo Lamezia, ma tutta Italia anche perché l’avvocato Pagliuso è stato ucciso ”senza alcun motivo razionale”. Ancora oggi, sul versante delle indagini, non sono emerse grandi novità. Uno stallo investigativo. Nel frattempo, in questi mesi, la famiglia dell’Avocato Pagliuso e amici portano avanti la sua memoria per chiedere la verità sulla sua morte.

targa-pagliuso

 

 

 

 

 

 

Per mantenere viva la sua memoria pubblichiamo le riflessioni di Miranda
È difficile, ancora oggi, parlare di te.
Ma ancora di più, se in tutto ciò può essere possibile individuare una cosa più difficile di un’altra, è parlare di te al passato. Forse perché ciò significherebbe relegarti nell’alveo di quello che è stato e non tornerà, prendere coscienza dell’irreversibilità di quanto accaduto. E forse, soprattutto perché questa storia, con questa fine, è un qualcosa che trascende completamente la portata della mia capacità di comprendere e di accettare.
Tante sono le cose rimangono, e incisivi gli insegnamenti che, seppur in così poco tempo, hai saputo trasmettermi. Ma una cosa, proprio non me l’hai insegnata.
Non mi hai insegnato ad accettare passivamente le ingiustizie o a rassegnarmi di fronte all’evidenza, anche quando non sembra esserci via d’uscita. Se c’è una cosa che mi hai trasmesso, anzi, è l’esatto contrario. Andare infondo ad ogni cosa per comprenderne il senso e la portata analizzandola dall’interno perché, alla fine, c’è sempre un modo per dominare il contesto e non farsi dominare, e la soluzione passa sempre dalla comprensione.
Ma questa logica, oggi, non funziona.
Oggi non c’è nulla che possa dare un senso a quanto accaduto, niente che possa fungere da argomentazione, niente. Niente da capire, niente di analizzabile o tantomeno di superabile.
Rimane il dolore, la solitudine, l’incapacità di rassegnarsi, lo smarrimento di chi continua a cercarti in tutti quei posti in cui la tua presenza è ancora viva, la coscienza che nulla di questo inferno in cui ci siamo bruscamente risvegliati in quella notte del 9 agosto sparirà dalle nostre vite. La consapevolezza che non ci sarà nulla di tutto quello che potrà accadere su questa Terra, in grado di controbilanciare questo dolore e l’amarezza di un’ingiustizia troppo grande da superare.
Rimani tu, i momenti vissuti, le cose dette, gli insegnamenti trasmessi.
Rimane il senso di ciò che ha significato e continua a significare, per chi ne ha avuto la fortuna, l’averti conosciuto e il viverti accanto, e una sola certezza: nel cuore, nella mente e nella vita di chi ti ha veramente amato e ha condiviso con te un pezzetto della propria esistenza, tu non morirai mai.

img-9720-1