Lamezia: rifiuti, Rifondazione risolvere urgentemente problema

Lamezia Terme – “Quello che sta avvenendo a Lamezia, e non solo, con i cumuli di rifiuti che deturpano le vie cittadine e che rischiano di creare una vera e propria emergenza sanitaria, amplificata dal caldo di queste settimane, è frutto di anni e anni di politiche sbagliate nel ciclo dei rifiuti. Avere pervicacemente perseguito, in contrasto con gli stessi principi fissati dalle direttive Cee, la costruzione di grandi impianti (discariche) a discapito di una politica tesa a privilegiare la riduzione, la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti, non poteva che produrre fenomeni come quello cui stanno assistendo i cittadini di Lamezia. Non è un caso che li dove è a regime la raccolta differenziata non si vive l’emergenza che è concentrata nei quartieri dove vige ancora il conferimento nei classici cassonetti”. Lo scrive in un comunicato Rifondazione Comunista di Lamezia Terme.
“Aver favorito la politica dei grandi impianti, non aver mai lavorato con l’obiettivo di rendere autosufficienti gli ATO ( Ambito Territoriale Ottimale), non aver fatto sostanzialmente nulla per la realizzazione di piccoli impianti di compostaggio di prossimità è un modo per creare momenti di emergenza come quello di questi giorni – prosegue Rifondazione – una condizione quella determinatasi in questa regione e nella nostra città frutto anche delle politiche liberiste che in questi anni hanno privilegiato la privatizzazione di importanti servizi pubblici come quello della gestione del ciclo dei rifiuti. Una politica, quella perseguita in questa regione, frutto di un atteggiamento autoreferenziale che ha mortificato la partecipazione democratica e il coinvolgimento delle istituzioni locali, dei sindacati, delle associazioni ambientaliste, dei cittadini nelle politiche ambientali in Calabria”.
“Oggi è necessario e urgente – commenta ancora – che a partire dai commissari che amministrano la città si chieda con forza l’impegno della regione per l’uscita immediata di questa vera e propria emergenza e contemporaneamente si lavori da subito, affinché non abbiano a verificarsi simili emergenze, per mettere in campo politiche, provvedimenti e pratiche che rispettino le normative in materie di rifiuti a partire dalla raccolta differenziata che va assolutamente estesa a tutto il territorio cittadino, che si crei l’autosufficienza degli ATO anche al fine di evitare la dannosa pratica di rifiuti che viaggiano per chilometri e chilometri su tutto il territorio regionale con il conseguente impatto ambientale che questo comporta”.
“Il ciclo dei rifiuti non può essere disgiunto dalle sue implicazioni in materia ambientale e dal modello di sviluppo che si vuole disegnare per un territorio e dal contributo, oramai inderogabile, che ogni comunità deve dare alla preservazione del pianeta – e conclude – non è una caso che le acquisizioni più avanzate del movimento ambientalista e le stesse norme europee e nazionali indicano e raccomandano delle priorità (diminuzione, raccolta differenziate e riciclaggio), le uniche in grado di disegnare una gestione moderna e ecocompatibile che considera i rifiuti una risorsa e non un ingombro di cui disfarsi o, peggio ancora, uno strumento per favorire affari. Tutto questo assume un valore maggiore in una realtà come la nostra dove in molti, spesso a parole, indicano nel turismo, nello sviluppo di una agricoltura di qualità e nell’insediamento di attività a basso impatto ambientale le direttrici per lo sviluppo del lametino.”