Usb: “Asp Catanzaro potenzi il servizio ambulatorio delle lavoratrici madri di Lamezia”

Lamezia Terme – La Federazione del Sociale USB di Lamezia pone l’attenzione sul servizio di ambulatorio dedicato alle lavoratrici madri della città. ““Stante il permanere della notevole carenza di personale l’ambulatorio delle lavoratrici madri sarà aperto esclusivamente nel giorno di mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 12.00” questo è l’avviso affisso all’ingresso del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro situato al quarto piano del vecchio ospedale di Lamezia Terme. Solamente tre ore alla settimana per un servizio che riguarda decine e decine di lavoratrici madri o in gravidanza della città di Lamezia e del circondario ed al quale l’ASP di Catanzaro ha pensato bene di tagliare tempi e risorse, dimostrando uno scarso interesse per chi si trova in maternità o gravidanza a rischio” è questo infatti quanto si legge in una nota proprio della Federazione del Sociale USB di Lamezia.
“Con la conseguenza – precisano – che se il giorno di apertura è festivo (come accaduto il giorno dell’Immacolata), i servizi erogati saltano alla settimana successiva, sempre a discapito delle lavoratrici madri costrette a subire diversi disservizi: non esiste infatti uno smalticoda efficace e così spesso le utenti, nonostante la loro condizione precaria, sono costrette ad attendere il proprio turno in piedi per ore, situazione che, in piena pandemia, di certo non aiuta ad impedire assembramenti nella sala d’attesa e nel corridoio. Riteniamo – affermano – gravissimo che vengano sacrificati servizi essenziali per carenza di personale quando esistono decine di idonei da concorsi da assumere e precari da stabilizzare che andrebbero a potenziare e migliorare l’intero sistema sanitario provinciale. Chiediamo pertanto che l’ASP di Catanzaro si attivi immediatamente per trovare le risorse necessarie a potenziare questo servizio di importanza fondamentale, aumentando giorni e orari di apertura in modo da rispondere adeguatamente alle esigenze delle lavoratrici madri del territorio”.