Lamezia, progetto “Trame a scuola” all’istituto “Costanzo”

Lamezia Terme – Presso l’Ips “L. Costanzo” di Lamezia Terme Claudia Caruso, coordinatrice del progetto “Trame a scuola”, ha incontrato mercoledì primo marzo gli studenti delle classi IV e V. Caruso, accolta dal dirigente scolastico, Maria Francesca Amendola, e dai responsabili di sede, Sergio La Grotteria e Fabiola De Fazio, si è approcciata agli alunni interloquendo e catturando la loro attenzione, suscitando interesse e curiosità.
“La fondazione Trame – afferma Caruso – nasce con l’obiettivo di mettere insieme persone che condividono valori quali quello di legalità, giustizia, cultura dell’antimafia con lo scopo di lavorare insieme creando iniziative, progetti ma anche semplici momenti di incontro con la convinzione che solo uniti si possa costruire qualcosa di utile per la cittadinanza e che solo la padronanza della conoscenza ed il riconoscimento di determinati principi possa garantire una società democratica”. “Tra le iniziative di cui la fondazione si fa portatrice c’è il progetto “Trame a scuola” che ha lo scopo di creare un dialogo con gli alunni per capire come questi percepiscano e vivano un fenomeno che ha drammaticamente segnato la storia del nostro territorio, quello del racket e delle mafie – si legge in un comunicato dell’Istituto – L’iniziativa a scuola è una prosecuzione del festival dei libri sulle mafie, attualmente alla sua dodicesima edizione, con l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni. Nell’ambito di questo percorso di educazione alla legalità ed ai diritti, il progetto propone in ogni scuola un percorso di lettura, scegliendo i libri ritenuti di grande valore culturale per la lotta alle mafie. Per quest’anno la scelta è caduta su “Il silenzio: Italia 1992-2022” di Giovanni Tizian, direttore artistico di Trame e giornalista d’inchiesta calabrese che ha una storia personale molto forte, avendo perso il padre per mano della “ndrangheta”. Caruso ha sottolineato come la metodologia adottata stia contribuendo a sviluppare e a far diventare sempre più prorompente la voglia di denuncia e di risveglio delle coscienze contro le mafie. Le stesse donne di “ndrangheta” hanno chiesto di usare la legge per strappare i loro figli ad un destino ormai segnato. È nato, così, “Liberi di scegliere”, un protocollo per dare concrete alternative di vita ai minori provenienti da famiglie della criminalità organizzata. Caruso ha terminato l’incontro con un messaggio di forte impatto: “A schierarsi con la mafia si perde sempre”. Usando le parole del Giudice Falcone, la mafia è un fenomeno umano destinato ad esaurirsi e le nuove generazioni devono rendersi protagoniste della fine di tale fenomeno. Salutando gli studenti la dott.ssa ha auspicato una collaborazione duratura attraverso le iniziative che la fondazione avvierà in futuro per le scuole del territorio”.