Lamezia Terme – “Dopo la demolizione della struttura della cantina sociale dell’ex comune di Sambiase, su quanto rimane, che fare?”. È quanto si chiede, in una nota, Salvatore De Biase, già Presidente del consiglio comunale di Lamezia per il quale “certamente, senza voler più entrare nel merito della vendita si, vendita no, (dal 2015, e a seguire, mi sono già espresso), ritengo che un uso multifunzionale, (come polo fieristico o Centro culturale o tanto altro) poteva essere utile alla città”.
Secondo De Biase “in molti si chiedono se era il caso di spazzare via la struttura e poi lasciare il vuoto, il nulla, l’incerto, l’abbandono”. E, aggiunge: “Certo, la vendita e quindi l’acquisto della cantina sociale di Lamezia Terme Sambiase è oramai avvenuta. Quindi, per come è la realtà esistente non mi affaccio ne ai motivi della vendita della cantina, ne come si è verificato, ne perché, in quanto, quel che è fatto è fatto. Il tema, o meglio la problematica, oramai farà parte della storia della città. Sicuro la cantina, prima d’essere demolita e quando era nel pieno delle sue funzioni, con la vitivinicoltura e tutto ciò che ruotava intorno ad essa, ha raccontato la sua storia, ovvero, con la sua presenza, ha dato impulso all’economia di un intero comprensorio. Tante le famiglie che con la vendita delle uve, poi trasformato in vino, affrontavano, spese importanti per il futuro dei propri figli. Insomma, ricordi economicamente, positivi, produttivi e felici. Qualcuno potrà dire: “Panta rei…” Però, non è una bella vista osservare, passando da quelle parti, un’area in pieno abbandono, una voragine, materiali di scavo e demolizione… tutto mostrato in un quadrivio”.
“Nessuno sa niente – conclude – e nessuno dice niente. I cittadini però si chiedono: quanto ancora dovrà rimanere quello scempio? Eppure, l’area dell’ex cantina è al centro della città! E, dunque, chi deve fare cosa? Qual è il destino di quell’area? In quanto tempo, la problematica sarà superata? Qual è il progetto da realizzare in quel sito ancora abbandonato? Tutto tace. Con amarezza, usiamo anche qui, un’espressione sempre valida: ‘ai posteri l’ardua sentenza’”.