Sud: M5S, ripartire i fondi secondo i bisogni

dieni-nesci-parentela26Catanzaro – “Oggi la questione meridionale e’ ancora piu’ viva e drammatica. L’indebitamento pubblico causato dal sistema dell’euro ha effetti devastanti soprattutto per il Sud, da sempre marginalizzato da una disponibilita’ di minori risorse statali e da una cultura dominante che fa spesso coincidere il Mezzogiorno con le mafie, cosi’ falsando strumentalmente la realta’”. Lo dichiarano i deputati calabresi del Movimento 5 stelle, Dalila Nesci, Paolo Parentela e Federica Dieni, a proposito di una serie di mozioni parlamentari all’ordine del giorno della Camera, concernenti iniziative per il rilancio del Mezzogiorno. “Il Movimento 5 stelle – precisano i tre deputati – ha presentato una sua specifica mozione, strutturata dal deputato pugliese Diego De Lorenzis e centrata sulla necessita’ che il governo intervenga a largo raggio rispetto alle gravissime carenze nei trasporti presenti del Sud del Paese, il quale rimane come un corpo a se’, che l’esecutivo centrale mantiene di proposito sganciato dalle dinamiche produttive, economiche e sociali del resto dell’Italia. Il federalismo introdotto nel 2001 – incalzano i deputati calabresi del Movimento 5 stelle – e’ valso a riempire le regioni di poteri, eliminare i controlli, aumentare le ruberie politiche e il divario tra Nord e Sud, senza incidere nel problema reale, cioe’ la ripartizione dei fondi secondo le necessita’ effettive delle singole aree italiane. Soltanto nell’ambito della sanita’ questo ha significato un minore introito per la Calabria di oltre un miliardo e settecento milioni di euro. Si tratta di fondi che mancano per la tutela del diritto alla salute nel territorio, con la beffa di un piano di rientro dal disavanzo imposto, infondato e funzionale a un affarismo di potere ben radicato nella storia del centralismo dei partiti. Abbiamo in cantiere – concludono Nesci, Parentela e Dieni – una serie di atti parlamentari concreti, miranti a una diversa assegnazione delle risorse da parte dello Stato, per riequilibrare le finanze regionali e garantire i diritti fondamentali dei calabresi”.