Elezioni: Meloni, declino non è destino si può cambiare

Cosenza – “È una campagna elettorale molto breve e molto complessa nella quale cerchiamo di arrivare comunque nel territorio nazionale come sempre abbiamo fatto perché non siamo mai stati convinti che si potesse esaurire tutto stando dietro lo schermo di un computer con una politica distante dai cittadini. Alla fine ci piace guardare la gente negli occhi di questa nazione”. Lo ha detto Giorgia Meloni stasera a Cosenza. “In Calabria – ha aggiunto – ci veniamo sempre con un po’ di entusiasmo in più perché io continuo ad essere convinta che la distanza che esiste tra quello che questa terra oggi ha e quello che questa terra potrebbe avere sia una distanza importantissima. Ed è qui, in Calabria in particolare, che voglio cercare di spiegare perché il declino non è un destino, è una scelta che con un po’ di buona volontà, se i cittadini ti danno una mano perché niente si può fare da solo, si può invertire”. Così Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, nel comizio tenuto ieri sera, 31 agosto, a Cosenza in vista delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre.
“Ho il coraggio per liberare Italia da lobby
“Io sono pronta, Fdi è pronta. Penso di non fare miracoli ma di avere il coraggio per liberare l’Italia dalle troppe lobby. Voi siete pronti a sperimentare una cosa diversa, con un governo che non avrà molti amici tra i poteri che contano?”.
“Ministri Speranza e Di Maio e noi problema dirigenti?”
“Ci dicono che noi abbiamo problemi perché non abbiamo una classe dirigente. Ma come, abbiamo avuto la pandemia e ministro della Salute Speranza. C’è una guerra nel cuore dell’Europa e ministro degli Esteri è Di Maio. E noi abbiamo problemi con la classe dirigente?”.
Energia, “Europa pensava agli insetti e non a strategia”
“Il problema del caro bollette non nasce adesso. C’è perché l’Europa, invece di fare il suo lavoro e avere una strategia di approvvigionamento energetico, si stava occupando delle direttive su come si cucinano gli insetti cito testuale e oggi noi non abbiamo energia in Europa e abbiamo il problema di dove andare a prenderla. Ma quando qualcuno tentava di spiegare che questa Europa aveva delle verità surreali ci rispondevano che noi eravamo antieuropeisti e nemici dell’Europa. Quando noi cercavamo di spiegare che l’Italia deve cercare di difendere pur nel sistema di alleanze i suoi interessi nazionali ci dicevano che eravamo sovranisti”.
“In Italia manca strategia di sviluppo industriale”
“Il gas ce l’abbiamo nell’Adriatico e basta riattivare i pozzi. Perché non è che combattiamo lo sfruttamento dell’ambiente se da quei pozzi il gas lo prendono i croati come stanno facendo. Allora è qui che servono idee di sviluppo per questa nazione e la grande sfida è immaginare che noi abbiamo bisogno di una cosa che in Italia è mancata da tantissimi anni, una strategia di sviluppo industriale. Noi non sappiamo dove andare, il mondo è cambiato e noi abbiamo continuato a spendere soldi ma non decidiamo di concentrarci su quello che veramente c’è bisogno. Ci sono delle infrastrutture naturali che possono davvero modificare completamente la ricchezza di questa nazione. Noi siamo una nazione circondata quasi interamente dal mare e ci comportiamo come se fossimo la Svizzera come se il mare non ce l’avessimo. M l’Italia è una piattaforma nel Mediterraneo ed è una grandissima infrastruttura ma le merci che arrivano da est preferiscono circumnavigare e andare a Rotterdam perché in Italia non ci sono infrastrutture commerciali per sfruttare al meglio il porto di gioia Tauro”. “Se vuoi far sviluppare territori come questi – ha detto la Meloni – devi far si che i territori possono competere ad armi pari e puoi farlo solo se tutti i territori hanno lo stesso sviluppo. Non sono d’accordo nel dire che la spesa per le infrastrutture debba essere suddivisa in funzione della popolazione, è un parametro vecchio perché il problema dello spopolamento nasce dall’assenza di opportunità e l’assenza di opportunità nasce dall’assenza di infrastrutture quindi la spesa per infrastrutture deve tener conto dello sviluppo che c’è già e dello sviluppo che manca ancora dando priorità dove lo sviluppo manca”.
“Reddito cittadinanza mette su stesso piano chi può lavorare e chi no”
“Il reddito di cittadinanza non è una soluzione per varie ragioni, in primo luogo uno Stato normale non mette sullo stesso piano dell’assistenza chi può lavorare e chi non può, perché se lo fa, come fa il reddito cittadinanza, colpisce il più debole. Un ragazzo in ottima salute e 25 anni che può lavorare riceve 700 euro un disabile prende una pensione di invalidità di 270 euro e un pensionato minimo poco meno di 500. Ed è gente che non può lavorare quindi per questo non sono convinta della bontà della misura. Inoltre il ragazzo di 25 anni deve avere la possibilità di trovare un lavoro perché altrimenti rimarrà sempre più povero perché non ha potuto crescere. Io non voglio lasciare indietro nessuno ma per farlo bisogna avere uno Stato giusto che si occupa di fare assistenza dignitosa per chi non è in condizione di lavorare”.
“Salario minimo specchietto per le allodole”
“C’è un modo solo per creare lavoro ed è abbassare il costo del lavoro sia sull’attuale occupazione sia soprattutto sulla nuova. Vogliono fare la legge sul salario minimo, bello ma è uno specchietto per le allodole perché in Italia la gran parte di chi ha un lavoro dipendente è coperto da un contratto di lavoro nazionale con il salario minimo già garantito. Per cui non vi fate prendere in giro”.