Sanita’: Sculco, “in Calabria le cose vanno sempre peggio”

sculco-flora-24Reggio Calabria – “Nella sanita’ calabrese le cose vanno sempre peggio. Come se la Struttura commissariale non avesse l’obiettivo del riordino, ma quello di seminare confusione e indebolire, piuttosto che irrobustire, i nostri punti di forza. Non si spiegano altrimenti, tanto per esemplificare, i tagli lineari che si intenderebbe irrogare a eccellenze internazionali come il Centro del risveglio Sant’Anna di Crotone ed a tante altre strutture private che costituiscono l’ossatura imprescindibile del sistema”. E’ quanto afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “Le strutture private accreditate non hanno ancora, nella maggior parte dei casi, firmato i contratti per l’anno 2015, poiche’ i decreti che dovevano essere alla base dei contratti sono stati oggetto di ricorso al Tribunale amministrativo. Come non bastasse, la Struttura commissariale ha emesso nei giorni scorsi i nuovi decreti che individuano le modalita’ di ripartizione del budget anche per il 2016, determinando una vera e propria rivolta tra gli erogatori privati accreditati di ogni ordine e grado. Con i nuovi decreti: il ’25’, che fissa i criteri di riparto per le strutture di specialistica ambulatoriale, il ’26’ per le strutture assistenziali extraospedaliere e di riabilitazione ed il ’27’ per le case di cura per acuti, la Struttura commissariale – spiega Flora Sculco – ha voluto rivoluzionare il sistema di distribuzione dei budget, intanto riducendo la quantita’ di prestazioni erogabili, in barba a quanto previsto dalla distribuzione del Fondo sanitario nazionale che ha concesso alla Calabria per il 2016 un aumento seppur modesto rispetto al 2015 e dimenticando, inoltre, che le strutture private sono spesso quelle che rendono la migliore qualita’ di servizi sanitari sul territorio regionale, rappresentando un baluardo contro l’ulteriore aumento della gia’ considerevole emigrazione sanitaria”.

Secondo la consigliera regionale “la novita’ strategica escogitata questa volta dalla Struttura commissariale e’ che, oltre a ridurre il budget, si e’ anche provveduto, ed e’ questa una novita’ assoluta nello scenario sanitario, a rendere obbligatoria una ripartizione mensile dello stesso. Con la conseguenza che, se riduci il budget complessivo e rendi obbligatoria la sua riduzione mese per mese e quindi giorno per giorno, impedisci alle strutture di poter gestire le liste di attesa e di poter programmare la risposta alle richieste di cure. Ne consegue che le liste di attesa per tutti i tipi di cura, ospedaliero e territoriale aumenteranno vertiginosamente, raggiungendo i valori tristemente esistenti gia’ nelle strutture pubbliche. I pazienti avranno allora solo due possibilita’: spostarsi in altre regioni per ricevere le cure (che saremmo in grado di poter fare in Calabria con lo stesso indice di qualita’ e appropriatezza) o pagarsi le cure di tasca propria. Insomma, davvero un bel risultato! Il risparmio di budget ottenuto con i decreti dalle strutture sanitarie calabresi, paradossalmente, verra’ comunque utilizzato per rimborsare le strutture sanitarie del Centro e del Nord del Paese che avranno accolto i nostri concittadini. Ne deriva che le strutture del Centro e del Nord prenderanno soldi dalla Calabria ed avranno (lo fanno tristemente da sempre) ancora di piu’ la possibilita’ di investire per migliorarsi e per attrarre sempre piu’ calabresi. E’ questo, da sempre, un infernale circolo vizioso rialimentato, questa volta, dagli ultimi decreti del commissario ad acta. L’altra conseguenza devastante dei decreti nn. 25, 26 e 27 – argomenta Sculco – e’ quella che, per effetto degli stessi, qualche migliaio di operatori verranno licenziati, in quanto i livelli occupazioni in assenza di pazienti da curare saranno falcidiati. Comunque la si giri, rimane il fatto che le nuove decisioni prese dal Commissario ad acta in tema di sanita’ privata, determineranno gravi turbamenti nel delicato sistema sanitario, senza dire delle centinaia di nuovi ricorsi giudiziari che affolleranno i tribunali amministrativi”.