Sanità: sit-in di protesta a Lamezia Terme, “giù le mani dall’ospedale”

Lamezia Terme, 13 gennaio 2020 – Poche persone e qualche studente davanti all’ingresso del “San Giovanni Paolo II”, a gridare “Giù le mani dall’ospedale”, l’enorme struttura nata per ospitare 700 posti letto nella città di Lamezia Terme e oggi ridotta allo stremo da una classe dirigenziale e politica che ha distrutto l’intera sanità calabrese, con la complicità dello Stato. Il sit-in organizzato dal coordinamento “19 marzo” a difesa del presidio ospedaliero cittadino dopo la recente chiusura dell’ambulatorio di ginecologia per carenza di personale, ha visto anche la partecipazione di associazioni, politici di ogni ordine e grado e candidati alle regionali. Presente anche il sindaco Paolo Mascaro, che ha effettuato un sopralluogo nella struttura, per capire direttamente dai cittadini bisognosi e dagli operatori sanitari il grave stato in cui verte l’ospedale più grande e al centro della Calabria. L’Asp di Catanzaro, che gestisce il “San Giovanni Paolo II”, è stata commissariata per infiltrazione mafiosa e la terna prefettizia ha avanzato con atto deliberativo la richiesta di dissesto finanziario.
“Lamezia è stanca non è possibile lasciare una città – afferma Oscar Branca del “Coordinamento Sanità 19 marzo” – senza servizi di assistenza sanitaria. Sono stati soppressi gli ambulatori di Ginecologia, Cardiologia e Medicina. Siamo stufi. La politica lametina è assente su queste problematiche serie. Non c’è tutela dei cittadini”. Sono presenti anche i genitori dei bambini con disabilità che frequentano il Servizio di recupero e rieducazione funzionale dell’Unità operativa dipartimentale Fragilità e cure intermedie di Lamezia. A nome dei genitori parla Antonia Palazzo: “Siamo qui, come tutti, per evitare ulteriori chiusure in tutto l’ospedale. Una situazione inaccettabile per un ospedale che serve un bacino d’utenza di quasi 150 mila persone. Ma chi ci va di sotto sono proprio i più deboli”.

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