Natale: mons. Bertolone, riflettere sul suo significato vero

Catanzaro – Riflettere sul significato vero del Natale. E’ l’invito, contenuto nel suo tradizionale messaggio augurale , del Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, “ai figli e alle figlie di Calabria”.
“Carissimi calabresi, figlie e figli di questa nobile terra, in vista del Natale – scrive – rivolgo a voi tutti il mio sincero augurio. Lo faccio riflettendo su un pensiero del grande drammaturgo Bertolt Brecht: “Oggi siamo seduti, alla vigilia di Natale, noi, gente misera, in una gelida stanzetta, il vento corre fuori, il vento entra. Vieni, buon Signore Gesu’, da noi, volgi lo sguardo: perche’ tu ci sei davvero necessario”. Con queste parole egli ci ricorda quale necessita’ autentica e profonda del Natale di Cristo vi sia per gli ultimi della terra e per i poveri, non solo a livello sociale. Siccome questo scenario non e’ estraneo alla nostra quotidianita’, con l’approssimarsi del giorno della nascita di Gesu’ – scrive mons. Bertolone – mi dico che tutti dovremmo fermarci a riflettere per riscoprire il senso concreto dell’Incarnazione ed il suo effettivo significato, specialmente in luoghi in cui per moltissimi la celebrazione della venuta del Messia sembra da decenni coincidere con la mondanita’ della festa dei regali, dei piaceri di circostanza e nulla piu’. Si perde, in tutto cio’, il provocatorio paradosso di un tempo particolare, in cui Dio sceglie di farsi uomo, di nascere povero, in una stalla, per cambiare il destino oscuro di un mondo che non riconosce le proprie debolezze e devianze. Al centro di tutto – spiega – c’e’ un uomo con la sua storia, non un mito, ma un Evento. Un uomo il cui destino e’ segnato dalla nascita e dalla morte, simile a tutti gli altri. E’ su questo uomo che si proietta l’alone del mistero che lo rende diverso da ogni altro essere umano in quanto e’ il Figlio di Dio, amore infinito. La sua venuta deve invitarci a chinarci su questo “bambino”-Figlio di Dio che rinasce e vuole rinnovarci interiormente, rendendoci persone in grado di individuare il bene ed il male, abbandonando l’individualismo egoistico e spronandoci a comprendere finalmente che Egli si nasconde negli ultimi della terra che vivono accanto a noi. E da li’ chiama tutti alla speranza, a ricercare e custodire qualcosa “che non e’ in potere dell’uomo e che non e’ visibile”, come ha sottolineato papa Francesco, e non e’ semplice ottimismo, ma “una virtu’ rischiosa” e che “il Natale di Cristo, inaugurando la redenzione, ci parla di una speranza diversa, una speranza affidabile, visibile e comprensibile, perche’ fondata in Dio”. Il segno, insomma, di un sentimento e di un’opportunita’ di cambiamento e di riscatto. Possa essere questo, soprattutto questo – conclude – il Natale che arriva”.