Enel: Campana (Uiltec), centrale Rossano verso chiusura

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Cosenza – La centrale Enel di Rossano va verso la Chiusura. E’ quanto evidenzia Gino Campana, segretario regionale della UilTec “Ormai – scrive – ci siamo abituati: a scadenza piu’ o meno periodica, torna d’attualita’, almeno a parole, la questione della Centrale Enel di Rossano. Nel mentre il dibattito prosegue in citta’, l’Enel nella giornata del 13 aprile scorso ha presentato il suo piano di dismissione. Entro giugno prossimo ben 18 lavoratori saranno trasferiti in altri siti, all’interno di un bacino di eccedenze di ulteriori 43 unita’ che subiranno la stessa sorte. Il presidio della Centrale per le attivita’ di sicurezza e piccolissima manutenzione, secondo le decisioni aziendali, sara’ garantito nel periodo 2015/2019 da 45 unita’ nel 2015, 35 nel 2016 e 20 negli anni a seguire. Tutto cio’ – sottolinea – riguardera’ il personale diretto. Per quello indiretto, invece, la questione assume caratteristiche ben piu’ gravi. Gia’ in questo anno 2015 l’ammontare degli appalti ha subito una riduzione del 50% e negli anni a seguire sara’ ancora peggio. Alcune ditte hanno gia’ provveduto a ridurre il proprio orario di lavoro ed altre, terminato il proprio appalto, accederanno alle varie forme di integrazione: mobilita’, cassa integrazione, ecc. Sapevamo bene – osserva Campana – qual e’ la vita media di una Centrale e conoscevamo benissimo quello che sarebbe successo se la politica locale e regionale non si fosse interessata veramente del problema, lasciando da parte le questioni di principio e quelle per “partito preso”. Oggi ci ritroviamo con questa cattedrale nel deserto che non produce una sola cosa utile per il territorio, anzi al contrario e piangiamo sul latte versato”.

Campana aggiunge: “Come sindacato unitario abbiamo cercato di allungare al massimo la vita produttiva del sito industriale, agganciandoci spesso all’emergenza gas del Paese, ma ora non abbiamo piu’ motivazioni che ci consentono di chiedere ulteriori proroghe ad una chiusura annunciata da tempo. Due dei quattro gruppi tradizionali e tutti e quattro i turbogas, sono gia’ stati sigillati e resi inservibili. Restano due gruppi tradizionali da 320 MW che sono disponibili, ma non vengono avviati da tempo per la scarsa resa che ha una centrale alle soglie della dismissione. La ciliegina sulla torta – dichiara – l’ha poi messa la crisi globale, che attanaglia tutti, con la conseguenza dei consumi di energia ridotti al lumicino, cosi’ che l’azienda Enel decide di non aver piu’ bisogno di ulteriore energia per il Paese. Quella che serve da Trapani a Trento, la producono le due centrali di Brindisi e di Civitavecchia, funzionando al 50% della potenza installata. Per un futuro della centrale – conclude – bisogna quindi fare presto. Non c’e’ piu’ tempo per dibattere su questioni di principio. La politica locale e regionale deve prendere una decisione certa in difesa dell’ambiente e dell’occupazione, ma deve fare presto, sapendo anche che il Sindacato sara’ parte attiva perche’ il progetto, qualunque esso sia, vada in porto”.