Catanzaro – “Lo voglio gridare ad alta voce: sono innocente, non ho commesso gli omicidi per i quali sono stato condannato in via definitiva”. Lo ha dichiarato Giovanni Strangio, ritenuto l’ideatore e uno degli esecutori materiali della strage di Duisburg avvenuta nell’agosto del 2007 nella cittadina tedesca, nel corso del programma “KlausCondicio” condotto da Klaus Davi su You Tube. “Vorrei incontrare Bergoglio. Un incontro con questo Papa, – ha detto Strangio – cosi’ umano e cosi’ vicino a noi poveretti, mi sarebbe di immenso conforto, anche perche’ sono certo che i suoi occhi guidati da Dio saprebbero leggere i miei, la mia innocenza e la mia bonta’. Rivolgerei un appello al santo padre a prescindere dall’esito delle mie vicende processuali – ha aggiunto Strangio -. Ho troppo rispetto di Dio e del suo rappresentante in terra per rivolgergli suppliche personali e per chiedergli di intercedere in queste vicende. Posso dirle, pero’, che, nel corso delle lunghe, disperate e solitarie riflessioni, mi sono spesso interrogato sul perche’ proprio a un poveretto come me Dio abbia dato una croce cosi’ pesante da portare. Nella Bibbia questa domanda e’ spiegata dalla storia di Giobbe, l’uomo piu’ devoto al Signore, a cui Dio manda continue prove da affrontare per mettere alla prova la sua devozione. Chiederei al Santo Padre di spiegare a un poveretto come me, che non ha studiato, ma che ha tanta fede in Dio, il senso del dolore, perche’ ci sono momenti di sconforto in cui mi allontano da Dio e altri in cui lo prego di farmi capire dove ho sbagliato, in che modo l’ho offeso per mandarmi tutto questo dolore”. Strangio si protesta innocente. “Sono innocente – dice – e continuero’ a gridarlo con tutto il fiato che ho in corpo fino alla fine dei miei giorni. Se lo Stato italiano vorra’ condannarmi a morire in carcere e, cosa ancor piu’ grave, vorra’ togliere un padre a due figli per fatti che non ho commesso, deve sapere che sta distruggendo la vita di un innocente e io non smettero’ mai di ribadirlo. Non ho ucciso nessuno nella mia vita, non avevo alcun motivo al mondo per desiderare la morte di quei poveri ragazzi e le sentenze che mi hanno condannato non sono riuscite a dimostrare il contrario”. (