Minorenne prostituta: pm chiede assoluzione donna rumena

tribubalelam13
Catanzaro – Il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione per la 25enne rumena A. A. G., imputata a seguito di un’inchiesta della Procura di Catanzaro sul presunto caso di una 17enne che sarebbe stata segregata e costretta a vendersi a Botricello, nel catanzarese. La donna aveva chiesto e ottenuto il giudizio abbreviato nell’ambito del quale oggi il pubblico ministero, Graziella Viscomi, ha concluso la sua requisitoria chiedendo che la giovane venga assolta. Poi il rinvio al 29 giugno per l’arringa del difensore, l’avvocato Gregorio Casalenuovo, e la sentenza del giudice dell’udienza preliminare del capoluogo, Giuseppe Perri.
Per la stessa vicenda lo scorso 16 febbraio sono state rinviate a giudizio altre quattro persone: anzitutto C. I., cittadino rumeno di 33 anni, residente a Pisticci, in provincia di Matera, ma domiciliato a Botricello, il principale accusato di cui la giovane A. A. G., secondo l’iniziale ipotesi d’accusa, sarebbe stata complice. L’uomo e’ chiamato a rispondere delle piu’ gravi accusa di riduzione in schiavitu’ e sfruttamento della prostituzione minorile davanti alla Corte d’assise. Con queste accuse l’uomo – difeso dall’avvocato Alessio Spadafora – era finito in manette nell’agosto del 2013 a seguito di un blitz dei Carabinieri per l’esecuzione di un fermo di indiziato di delitto emesso dal sostituto procuratore di Catanzaro, Valeria Biscottini, a carico suo e della sua presunta complice, la 25enne rumena. Al processo davanti al tribunale collegiale sono stati invece mandati tre presunti “clienti” della baby-schiava del sesso, due uomini di Botricello e un rumeno – difesi da Antonio Merante e Gregorio Viscomi – per rispondere di atti sessuali con minorenne.
Il procedimento giudiziario e’ nato dalla drammatica storia emersa dalle indagini dei militari dell’Arma della Stazione di Botricello, secondo cui una ragazza residente a Lamezia Terme sarebbe stata attirata con l’inganno a Botricello, dove sarebbe andata per vivere quella che credeva una storia d’amore con il 33enne imputato, salvo poi trovarsi catapultata in un incubo, durato almeno tre mesi, fino all’intervento dei militari, fatto di incontri sessuali a pagamento prevalentemente con anziani. I due principali indagati, l’uomo e la donna rumeni, avrebbero sfruttato la prostituzione della 17enne organizzando gli incontri con i clienti, fornendo loro i profilattici per i rapporti e un appartamento all’interno di un villaggio turistico dove venivano consumate le prestazione a pagamento, e dove la ragazzina sarebbe stata praticamente segregata. Era stata la stessa giovanissima vittima a collaborare con i carabinieri che nel frattempo avevano scoperto tutto e avviato le indagini, raccontando i dettagli della vicenda, le modalita’ e i ruoli dei presunti responsabili. La giovane,che adesso e’ ospitata in una casa protetta, racconto’ di essere stata avvicinata dall’allora 31enne C. I. quando lei viveva a Lamezia. Lui le avrebbe dichiarato il suo amore convincendola ad allontanarsi da casa per andare con lui e vivere una vita insieme. Ma, giunta a Botricello, nel maggio del 2013, le sarebbero stati ritirati i documenti e sarebbero iniziati gli incontri forzati. Una media di tre clienti al giorno, prevalentemente anziani, che avrebbero pagato dai 50 ai 100 euro per ogni prestazione sessuale. I soldi sarebbero stati intascati dai due romeni che lasciavano alla diciassettenne il denaro necessario per le sigarette e per acquistare prodotti alimentari. Fin qui la tesi iniziale della pubblica accusa che pero’ e’ venuta meno per quel che riguarda la 25enne rumena, per la quale la stessa pubblica accusa ha chiesto l’assoluzione.